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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Delitto di Anica: la 31enne era una consumatrice abituale di cocaina

Depositata ieri 15 gennaio la relazione conclusiva dell'esame autopsitico sulla giovane donna romena, uccisa verosimilmente nel pomeriggio del 18 maggio scorso. Dai tossicologici emerge che la Panfile avesse assunto un quantitativo rilevante di "polvere bianca" di cui sarebbe stata anche una assuntrice regolare

Colpita con violenza e grande forza all'altezza della nuca con dei pugni. Poi è stata soffocata: ma in precedenza avrebbe cercato di difendersi, come confermerebbero le numerose ecchimosi presenti sulla superficie interna dei polsi. Così è morta Anica Panfile, 31enne madre di 4 figli. Il suo decesso è verosimilmente avvenuto il 18 maggio scorso e per quei fatti Franco Battaggia, 77enne "re del pesce", si trova adesso in carcere a disposizione dell'autorità giudiziaria. E' ciò che emerge dalla relazione finale sull'esame autoptico condotto dal patologo veneziano Antonello Cirnelli. Informazioni che già si conoscevano: quello che invece non si sapeva era che Anica sarebbe stata una consumatrice abituale di cocaina. Il giorno in cui è stata uccisa la donna aveva assunto una quantitativo rilevante di "polvere bianca"; intossicata dalla stupefacente la 31enne sarebbe stata in uno stato di minorata difesa quando Battaggia, secondo la Procura, l'avrebbe prima colpita alla testa e poi le avrebbe messo qualcosa all'altezza del naso e della bocca.

Il 77enne, secondo gli inquirenti, sarebbe stato l'ultimo a vedere viva la giovane. «Eravamo andati insieme a casa mia per la consegna del Cud - aveva detto agli investigatori - poi si è fatta accompagnare in centro ad Arcade per incontrarsi con un persona che però non so chi sia. Mi ha anche parlato di problemi economici e mi ha chiesto 10 mila euro. Io gliene ha dati 5 mila». Ma la verità sarebbe molto diversa. E' possibile che Anica e il suo presunto killer abbiano avuto un rapporto intimo: a confermare questa eventualità ci sarebbe il fatto che in camera da letto del 77enne è stato ritrovato del liquido biologico che il Ris di Parma aveva fatto risalire alla rumena. Che per giunta avrebbe avuto addosso anche tracce di sperma: ma il Dna del liquido seminale era distrutto dalla permanenza in acqua del cadavere e quindi è rimasto senza un nome.

Anica aveva lavorato nella pescheria di Battaggia a Spresiano (da cui la consegna dei documenti utili per effettuare la denuncia dei redditi) prima di essere assunta come aiuto cuoca presso una mensa dell'Israa di Treviso. Ma la frequentazione fra i due sarebbe continuata: la Panfile, almeno ufficialmente, avrebbe svolto di tanto in tanto il ruolo di donna di servizio presso l'abitazione dell'uomo. Probabilmente è nell'intricata vita privata della 31enne, che aveva un compagno che era anche il padre della ultima figlia, che si potrebbe nascondere il movente di questo femminicidio. L'unica cosa è certa è che quando è stata gettata nelle acque di un canale che sfocia sul fiume Piave la 31enne era già morta. Buttata da chi voleva liberarsi, in una maniera o nell'altra, del suo corpo senza vita.

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