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Cronaca

«Taglierò la testa a mio figlio»: 30enne a processo

Un albanese di 30 anni, residente a Treviso, avrebbe rivolto alla ex compagna, una connazionale di 33 anni, frasi gravemente minacciose anche nei confronti del loro bambino. L'avvocato di lui: «Denuncia nata da questioni legate ai soldi»

«Io in prigione, tu nella tomba». Queste alcune delle frasi che un albanese di 30 anni, residente a Treviso, avrebbe rivolto alla ex compagna, una connazionale di 33 anni. Seguite da un minaccia terribile: «Il 19 agosto taglierò la testa a mio figlio».

L'uomo, difeso dall'avvocato Ermira Zhuri nel processo in cui deve difendersi dal reato di stalking, era stato anche sottoposto alla misura cautelare dell'allontanamento dalla casa familiare il 20 agosto scorso. La coppia aveva avuto una relazione per 5 anni, interrotta nell'aprile del 2020. Secondo la indagini della Procura l'uomo avrebbe quindi iniziato a minacciare telefonicamente la "ex". Parole gravemente intimidatorie che avrebbero creato nella vittima un forte stato di ansia e di paura per sé e anche per il figlio minore.

Intorno all'estate in messaggi,se possibile,  si sarebbero fatti più espliciti. «Ti taglierò davanti al bambino e poi ucciderò anche lui, lo ucciderò con le mie mani. Ho tutti in piani pronti, il 19 agosto taglierò la testa a nostro figlio». Il difensore si è fatto però una idea diversa. «I due - spiega - non riuscivano ad accordarsi né per i tempi di visita del minore né soprattutto per quanto riguarda gli alimenti che il giovane papà doveva versare. Lei è una persona che non lavora e quindi aveva bisogno di denaro. Richieste che non sarebbero state accolte dall'uomo e da cui è scaturita la denuncia per dei fatti che restano assolutamente da provare. Forse si sono insultati ma da qui a quanto è riportato in querela ce ne passa. Il mio cliente è innocente e lo dimostreremo».

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