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Domenica, 28 Aprile 2024
Economia

Casartigiani al governo e agli enti locali: «Sistema accoglienza, basta improvvisazione»

Il direttore di Casartigiani Treviso, Salvatore D’Aliberti, richiama le istituzioni: «La situazione è sempre più delicata e la sicurezza generale ne risente, è ora di archiviare la gestione emergenziale per lavorare su rimpatri e istruzione»

Il mondo del lavoro e delle imprese non può e non deve sostituirsi allo Stato: è partendo da questa semplice osservazione che Casartigiani Treviso commenta con preoccupazione i problemi di gestione dell’accoglienza dei migranti segnalati sia nel territorio provinciale che in ambito nazionale. «Tra le promesse di questo governo», ricorda il direttore di Casartigiani Salvatore, D’Aliberti «vi era l'impegno a bloccare gli sbarchi ed evitare situazioni di difficoltà nelle città. Questo non è avvenuto anche a seguito delle pressioni UE al nostro Governo, e ora i Comuni, oltre alle difficoltà sul fronte della sicurezza legate alla marginalità di molte “seconde generazioni”, si trovano ad affrontare nuove richieste di accoglienza».

La scorsa primavera il Governo ha dichiarato lo stato di emergenza per flussi migratori, in ingresso attraverso le rotte del Mediterraneo. Pochi giorni fa la Prefettura di Treviso, anche come effetto della saturazione dei due principali hub della provincia (la Caserma Zanusso a Oderzo, che già ricorre alle tende, e la Caserma Serena alle porte del capoluogo), ha emesso un bando in cui chiede la collaborazione del terzo settore e di operatori economici per offrire ospitalità ad oltre 300 persone.

«Si sta creando una situazione sempre più delicata per l'armonia delle nostre città e delle nostre imprese» fa notare D’Aliberti «e su questo fronte la ridistribuzione nel territorio, la cosiddetta “accoglienza diffusa”, ha dimostrato di avere molte lacune: forse è tempo di trovare soluzioni alternative. A nostro avviso, vista l'incapacità di bloccare tali arrivi, occorre implementare i grandi centri di accoglienza garantendo percorsi di identificazione immediata e certa, accertare chi ha il diritto di rimanere ed eventualmente concordare con gli altri Paesi Ue la necessaria redistribuzione. Rimpatrio immediato per gli altri. Questo» conclude il direttore di Casartigiani Treviso «è solo il primo passo: per chi rimane in Italia è prioritario frequentare percorsi di istruzione, e fare formazione, solo così, nello scenario della crisi demografica e di manodopera, le imprese potranno dare il loro effettivo contributo integrando questi cittadini all’interno dei loro processi produttivi. Il sistema è pronto a fare la propria parte, ma sono le istituzioni che ora devono fare un salto di qualità».

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