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Economia Villorba

Post-Covid, la Marca Trevigiana ripensa le politiche pubbliche

Il virus ha accelerato la radicale trasformazione già in atto che richiede un adattamento veloce non solo del mondo produttivo e del lavoro, ma anche di chi ai cittadini offre sistemi di protezione sociale, a cominciare dagli enti locali

«Quando entri in un nuovo mondo, hai bisogno di nuove parole». Lo ha detto mercoledì mattina Daniele Marini, docente di sociologia dei processi economici e delle trasformazioni del lavoro presso l’Università di Padova, al convegno-dibattito “Ripensare le politiche pubbliche: lessico per un nuovo mondo”, promosso dall’Associazione Comuni della Marca Trevigiana, insieme a insieme a Cgil, Cisl, UilFPL, Assindustria Venetocentro, Confartigianato EbiCom, Centro della Famiglia e Volontarinsieme CSV Treviso. La prospettiva avanzata da Marini è stata chiara a tutti i partecipanti, che, riuniti in Villa Giovannina a Villorba, rappresentavano le diverse espressioni della governance della Marca Trevigiana: gli enti locali, la sanità, il sindacato, l’imprenditoria, il terzo settore, il volontariato. Il Covid ha accelerato la radicale trasformazione già in atto che richiede un adattamento veloce non solo del mondo produttivo e del lavoro, ma anche di chi ai cittadini offre sistemi di protezione sociale, a cominciare dagli enti locali.

La velocità, che è uno dei nuovi paradigmi strutturali del nuovo mondo individuati da Marini (insieme a bipolarizzazione, interdipendenza globale e globalizzazione regionalizzata), dovrà riguardare anche il modo con cui le politiche pubbliche rispondono via via ai bisogni, con “riforme per approssimazione”. È un proposito eccellente che però, come è emerso dal dibattito, si scontra spesso con il moloch della burocrazia che attanaglia la Pubblica Amministrazione e che non di rado spegne le velleità riformiste degli amministratori locali. 

Ma si scontra anche con la normativa che ancora manca bloccando gli auspicabili processi di riduzione dei livelli amministrativi e i necessari accorpamenti tra enti. È il caso, ad esempio, della mancata individuazione da parte della Regione degli ambiti ottimali per l’accorpamento dei Comuni, attraverso i diversi percorsi possibili come l’integrazione delle funzioni, le unioni oppure le fusioni. Ma il futuro è anche già qui tra noi con i diversi casi di buone prassi implementati nei Comuni trevigiani. Da ultimo il caso del SUP (Sportello Unico Polifunzionale) di Villorba che conferma che è possibile implementare con successo modelli organizzativi innovativi anche all’interno degli uffici pubblici con piena soddisfazione sia degli utenti che di chi ci lavora.

A tutti i partecipanti al convegno il sindaco Marco Serena, che ha voluto l’innovazione a partire dal 2015, ha fatto fare una visita al super-ufficio villorbese, che fornisce ai cittadini 140 servizi in un unico posto, con i sette dipendenti, intercambiabili e dotati di competenze trasversali e del medesimo potere di firma, che si auto organizzano il lavoro, decidendo autonomamente gli orari con il vincolo di mantenere l’accesso al pubblico per 38 ore settimanali. Dalle attività produttive ai servizi culturali, dai lavori pubblici alla polizia locale, dai messi ai servizi scolastici, dalla segreteria generale ai servizi demografici, dal protocollo ai servizi sociali, dai tributi all’urbanistica: il SUP di Villorba, che in epoca pre-Covid totalizzava una media di 21 mila utenze l’anno (dalle 100 alle 80 al giorno) e aveva anche un’area bimbi, è un esempio di nuova PA, orientata ai bisogni del cittadino che in un unico luogo trova tante risposte, erogate in modo veloce, senza dover correre da un ufficio all’altro.

LE QUESTIONI APERTE

Il convegno serviva a raccogliere le fila e a tentare di dare risposte alle tante domande emerse durante il percorso di condivisione fatto nei mesi scorsi dagli attori della governance territoriale (vedi in allegato il comunicato stampa inviato ieri) con l’obiettivo di darsi una visione comune e delle linee guida operative per governare, insieme, il cambiamento provocato dal Covid e impiegare con lungimiranza, a pieno beneficio del territorio, le risorse del PNRR. Il percorso è servito a far comprendere a chi ha la responsabilità del governo delle nostre comunità che quando l’emergenza si protrae nel tempo va considerata strutturale e bisogna aggiornare i file mentali dei paradigmi cognitivi e operativi, come accadde a fine Ottocento con l’avvento della fabbrica che, per le persone del tempo, segnò un cambiamento non solo organizzativo ma anche culturale e cognitivo.

«È un momento molto fertile per ripensare l’economia, la società, la politica e quale ruolo dovranno giocare nel breve e nel medio termine gli attori istituzionali locali per governare la transizione in atto agganciando i fondi del PNRR che devono servire proprio a questo: aiutarci a cambiare nel miglior modo nel più breve tempo possibile – ha affermato Mariarosa Barazza, presidente dell’Associazione Comuni della Marca Trevigiana -. Il nostro obiettivo concreto, come Associazione Comuni, è aiutare gli enti locali a fare la progettazione per riuscire ad attingere alle risorse messe a disposizione dall’Unione Europea e dallo Stato italiano. Per fare ciò serve una visione e linee di azione comuni con gli altri attori del territorio, ed è il motivo per cui abbiamo promosso questo percorso».

Tra i tanti temi intra e inter istituzionali pratici su cui lavorare ne sono emersi alcuni:

- Rendere omogenee e dialoganti le banche dati in possesso dei diversi soggetti pubblici e privati

- Valutare il personale e il lavoro per obiettivi

- Nuove politiche per l’abitare

- Riuso degli edifici pubblici

- Interventi rivolti a minori e adolescenti

- Aggiornare le mappe delle nuove disuguaglianze

- Colmare i tanti gap che si sono accentuati con il Covid (digitale, linguistico, salariale del lavoro femminile, conciliazione lavoro-famiglia, precarietà lavorativa, etc.)

Su questi temi, e sui molti altri emersi, andranno avviate progettualità concrete per intercettare i fondi del PNRR che dovranno servire a far fare un salto di qualità all’economia e alla società della Marca Trevigiana in termini di digitalizzazione, transizione verde delle produzioni e dei consumi e coesione sociale. 

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