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L'ex senatrice De Pin: «Mia madre costretta in RSA per Natale, cura peggiore del male»

In una lettera aperta solleva la questione e lancia un grido disperato a società e istituzioni: «Il Covid non può essere una scusa: gli anziani non possono restare soli»

Il suo non è il solo caso, anzi. Come confermato dalla stessa segreteria della Regione Veneto il problema è molto sentito, tanto che le telefonate quotidiane con richieste di aiuto, si sprecano. Paola De Pin, ex senatrice, in una lettera aperta solleva la questione e lancia un grido disperato a società e istituzioni: «Non abbandonate gli anziani, soprattutto quelli ospitati nelle RSA».

Situazione insostenibile

La preghiera all’indomani del no, da parte della struttura che ospita la madre, di poter far uscire l'anziana in occasione delle festività natalizie. La senatrice spiega: «Non è possibile lasciare i nostri poveri vecchi, ospitati per varie ragioni nelle case di riposo, da soli a spegnersi, ogni giorno lentamente e senza la possibilità di vedere più i loro parenti con la frequenza e la gioia di prima. Non è possibile lasciarli soli a sé stessi, soprattutto non in questi giorni dove il calore umano e l’affetto della famiglia dovrebbero circondarli e risollevarli ancora più di prima. Per mesi a causa del lockdown hanno sofferto la solitudine domandandosi magari, in quelle giornate così lunghe e uguali a sé stesse, perché i familiari li avessero abbandonati così. La trovo una situazione insostenibile e per certi versi senza cuore: perché pur rispettando tutte le regole non è possibile garantire anche a loro il diritto a un sorriso? Se farli uscire risulta così complicato e rischioso, perchè non è possibile andarli almeno a trovare trascorrendo del tempo con loro?».

Natale: anziani soli e abbandonati, una atrocità

Il suo è il grido di un dolore vissuto, appunto, in prima persona: «Mia madre è ospitata in una casa di riposo del Trevigiano, per volontà della famiglia. Io stessa ho provato nei giorni scorsi a scrivere alla direzione chiedendo il permesso di portarla a casa con me il giorno di Natale. Nella lettera facevo riferimento alle ovvie procedure che avrei garantito pur di poter avere con me mia madre: dal tampone alla garanzia che da casa non mi sarei mossa. Ebbene: la risposta da parte della RSA è stata negativa e senza possibilità di appello, senza studio, caso per caso, della fattibilità di una siffatta proposta. A mio parere, un’atrocità: se sicurezza significa far vivere questi anziani soli e abbandonati… non è più sicurezza: diventa una violenza. E sappiamo bene quanto questi nonni ne soffrano».

Una sconfitta per la società

La senatrice, con l’occasione, chiede di ripensare in toto il sistema di cura degli anziani: «Non è possibile andare avanti in questo modo: le RSA devono essere strutture accoglienti, non diventare prigioni. Occorrerebbe privilegiare le famiglie. Io ricordo, nella diciassettesima legislatura, che promossi la legge CareGiver per far sì che le famiglie potessero anche a casa prendersi cura dei propri cari anziani. Ad oggi, una legge ancora ferma. Il Covid non può essere una scusa, la cura non può essere peggiore del male: non è possibile per paura di convivere con un virus, lasciar morire la società e soprattutto le nostre fasce più deboli». Per lei «gli anziani oggi abbandonati nelle RSA sono una ferita, una grande sconfitta per noi tutti» e conclude: «Questa nuova normalità ha tutta l’aria di diventare “nuova bestialità”: non si può annullare lo spirito di carità, non si può annullare il buon senso in nome della paura o di qualche questione politica. La società va avanti, la vita va avanti e noi dobbiamo fare in modo di tutelarla sempre e comunque. Per questo chiedo a chi di dovere di mettersi una mano sulla coscienza: anche di paura e solitudine si muore, non si può e non si deve vivere così».

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