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Martedì, 30 Aprile 2024
Politica

Appalto pulizie Poste italiane: taglio del 20% a ore e stipendi

A sollevare il caso la Fisascat Cisl Belluno Treviso. La riduzione oraria imposta alle dipendenti, per la maggioranza donne e part-time, prevede una decurtazione dello stipendio fra i 100 e i 200 euro

Cambio d’appalto dei servizi di pulimento degli uffici di Poste italiane, tagli fino al 20% delle ore e, di conseguenza, dei salari. Stato di agitazione dei lavoratori e delle lavoratrici impiegate nella pulizia degli uffici postali. Con il passaggio dell’appalto da Nuova Idea a Euro & Promos, avvenuto l’anno scorso, la situazione per gli addetti sta gradualmente peggiorando. Un problema che riguarda tutto il Paese, provincia di Treviso inclusa. A sollevare il problema, la Fisascat Cisl Belluno Treviso.

Da alcune settimane le aziende appaltatrici dei servizi di pulizia presso Poste Italiane Spa, senza aver precedentemente formalizzato alcun esubero ed esercitando pressioni inaccettabili, stanno chiedendo alle lavoratrici e ai lavoratori impiegati nell’appalto di sottoscrivere modifiche ai contratti individuali con tagli agli orari di lavoro. Poste da anni continua a ridurre unilateralmente i contratti di appalto, senza porsi alcun problema sulle ricadute occupazionali, salariali e sociali che le proprie decisioni comportano per le lavoratrici e i lavoratori.

La riduzione oraria imposta alle dipendenti - per la maggioranza donne e part-time - va dal 10 al 20%, con una decurtazione dello stipendio fra i 100 e i 200 euro. Ma non è tutto. «Le lavoratrici - spiega Claudio Cavallin della Fisascat territoriale - vengono spostate da un ufficio all’altro con lo scopo di risparmiare, senza tener conto che alcune non sono automunite. Ci sono dipendenti che tra ore tagliate e stop agli straordinari in quanto non lavorano più il sabato, hanno perso fino a 200 euro di retribuzione, senza tener conto del fatto che alcune lavoratrici stanno ancora aspettando il Tfr dall’azienda appaltatrice che è uscita l’anno scorso».

Sono 37 le lavoratrici impiegate nell’appalto in provincia di Treviso che si occupano della pulizia dei 185 uffici postali della Marca. «Stanno aumentando le dimissioni - spiega il sindacalista della Fisascat -: le lavoratrici si dimettono perché non ce la fanno più, perché sono costrette ad anticipare i soldi della benzina per andare a lavorare da un paese all’altro e perché vengono trasferite a pulire uffici non raggiungibili da chi non ha l’auto».

«Sono circa vent'anni che lavoro in questo appalto - sottolinea la delegata Bruna Coletto - e le cose ad ogni cambio di appalto peggiorano sempre di più: siamo passate da essere donne che lavorano e che con il proprio stipendio riuscivano ad aiutare la propria famiglia, a donne frustrate che si sentono deluse dal non riuscire ad essere più di aiuto. Parliamo di donne che sono mogli e soprattutto madri e che hanno affitti da pagare oltre alle bollette e tutte le necessità di cui ha bisogno un figlio».

«Questi appalti al ribasso - aggiunge la delegata Giuseppina Barbarino - alla fine pesano solo ed esclusivamente sulle spalle dei lavoratori a cui viene tagliato l’orario di lavoro con la pretesa che garantiscano lo stesso livello di pulizia degli uffici».

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