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Martedì, 30 Aprile 2024
Politica

Baby gang, Ostellari: «Servizio civile per i bulli già introdotto dal decreto Caivano»

Il sottosegretario alla Giustizia ha replicato così ai sindaci, tra cui il primo cittadino di Treviso, che avevano invocato questa possibile misura per i giovani più "turbolenti" che si rendono protagonisti di episodi di violenza nei centri cittadini

«Il servizio civile per i bulli è già stato introdotto dal decreto Caivano»: con queste parole il sottosegretario di Stato alla Giustizia, il senatore padovano Andrea Ostellari, ha risposto indirettamente a tutti i sindaci (tra cui il primo cittadino di Treviso, Mario Conte) che avevano lanciato l'idea di sottoporre al servizio civile obbligatorio i ragazzi più "turbolenti" che si rendono protagonisti di episodi di violenza.

«Il Decreto per il contrasto del disagio giovanile e della criminalità minorile, approvato dal governo nel novembre scorso, introduce strumenti innovativi sia in ottica repressiva che preventiva» ha spiegato il sottosegretario «Fra questi, l’articolo 27 bis prevede la possibilità della messa alla prova anticipata per i minorenni che si macchiano di alcuni reati, stabilendo che questi possano svolgere lavori socialmente utili per riparare al danno compiuto ovvero dimostrare, attraverso l’impegno in favore della Comunità, di essersi ravveduti».

«Fa piacere che anche esponenti del Partito Democratico, come il sindaco di Vicenza, apprezzino il lavoro dell’esecutivo e vogliano collaborare per debellare gli odiosi fenomeni di bullismo e delinquenza minorile. Ciò che manca a certi giovani è il senso di responsabilità e la coscienza che ogni azione ha un effetto» sottolinea Ostellari «Percorsi come quello della messa alla prova consentono, laddove le famiglie hanno fallito, di ricostruire il senso civico dei minori, mettendoli di fronte alle conseguenze dei loro atti. Si tratta di un vero e proprio servizio civile che può essere svolto in favore di soggetti deboli, per la cura del verde pubblico o presso strutture comunali, come parchi e canili. Per superare la crisi di valori che affligge molti giovani, tuttavia, le norme penali non bastano. Servono la collaborazione delle famiglie, delle scuole e delle associazioni sportive e culturali. Anche i sindaci possono fare molto, mettendo a disposizione spazi che promuovano forme di socializzazione ordinata e consentano ai ragazzi di coltivare le loro passioni».

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