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Lunedì, 29 Aprile 2024
Attualità Sant'Antonino / Piazzale dell'Ospedale

Ulss 2, personale sotto organico: «Mancano 161 unità, rischio collasso dopo l'estate»

La denuncia del sindacato trevigiano Fp Cgil: «Senza sblocco delle assunzioni e nuove autorizzazioni al turnover, sistema a rischio al rientro dalle ferie». Sono 83 i dipendenti andati in pensione e 154 le dimissioni

Nei primi otto mesi del 2023 sono 83 i dipendenti dell'Ulss 2 andati in pensione e 154 le dimissioni volontarie. Numeri che vanno a intaccare la dotazione organica dell’azienda ospedaliera che, attualmente, è sotto organico di 161 unità.

E con il blocco delle assunzioni regionale per non sforare il tetto di spesa la situazione del personale diventa critica. Ecco perché Fp Cgil Treviso ha lanciato un allarme e chiede a gran voce il superamento del blocco alle assunzioni e l’aumento delle retribuzioni dei professionisti della salute per garantire la sostenibilità del comparto, per il bene dei dipendenti, dell’azienda sanitaria e soprattutto dei cittadini.

La denuncia

«L’Ulss 2 ha fissato per il 2023 un fabbisogno di personale di 7.724 unità e attualmente se ne contano 7.913: i numeri potrebbero farci pensare a un’abbondanza di organico ma la realtà dei fatti è che 1045 dipendenti sono in part time e ben 350 sono attualmente in aspettativa personale a vario titolo. Tutto ciò fa segnare dunque un -161 unità rispetto al fabbisogno. A questo ci aggiungiamo che da gennaio ad agosto si contano 83 uscite per pensionamento (25 infermieri, 21 oss e 5 medici) e altre 154 dimissioni volontarie (51 medici, 46 infermieri, 12 oss, 10 tecnici di laboratorio, 2 farmacisti e 1 biologo). Numeri preoccupanti, tenendo conto che in tutto il Veneto vige ancora il blocco delle assunzioni per lo sforamento del tetto di spesa e che le ultime autorizzazioni per la copertura del turnover sono state fatte nel primo trimestre e coprono i posti solamente fino a settembre - spiega Marta Casarin, segretaria generale della Fp Cgil Treviso - cosa succederà dunque da ottobre in poi, dato che non ci sono più state autorizzazioni al turnover e non c’è alcuna copertura alle continue cessazioni e dimissioni? Si pensi che dei 128 infermieri autorizzati al turnover, soltanto 86 hanno accettato l’incarico. Ancora: non si trovano le ostetriche a fronte di 3 autorizzazioni, nessuna accettata. Per non parlare della situazione della salute mentale, dove a tutt’oggi mancano almeno 20 psichiatri ed è a rischio la tenuta del servizio. E se la situazione è già oggi complicata, cosa succederà nell’ultimo trimestre? Ecco perché lanciamo questo allarme e chiediamo a gran voce come Fp Cgil Treviso di superare il blocco alle assunzioni, cancellare i tetti di spesa, aumentare le retribuzioni dei professionisti della salute come in tutto il comparto del pubblico - prosegue Casarin -. Ricordo che i soldi per il rinnovo dei contratti pubblici non sono stati messi dal Governo centrale. A questo, aggiungiamo che è necessario aumentare il Fondo Nazionale Sanitario e rimettere risorse nel sistema, per evitare la chiusura di molti servizi pubblici in favore di una sanità privata o convenzionata che non offre le stesse garanzie del nostro dettato costituzionale. Quello che accadrà dopo l’estate anche nella provincia di Treviso è ormai sotto gli occhi di tutti, è fondamentale allora che la Regione sblocchi i fondi e le assunzioni e dia ossigeno alle Ulss per il bene dell’azienda stessa, la quale deve dichiarare i numeri corretti, per il bene dei dipendenti e dei cittadini».

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