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Attualità Casale sul Sile / Via Abbate Tommaso

Parco tematico a Casale: «Ai proponenti 40 giorni di tempo altrimenti non si farà»

Se non sarà presentata entro questo termine tutta la documentazione necessaria, la sindaca Stefania Golisciani stopperà il progetto del polo industriale e logistico tra il Passante, vicolo Cristoforo Colombo e via Abbate Tommaso

Svolta nel caso del Pua, sul parco tematico a Casale sul Sile. Il Comune di Casale sul Sile, guidato dalla sindaca Stefania Golisciani, ha inviato ai proponenti tramite pec il preavviso formale: avranno 40 giorni di tempo per consegnare tutta la documentazione necessaria per poter proseguire con il progetto e procedere con l’approvazione del piano urbanistico attuativo. In caso contrario il progetto del polo industriale - logistico tra il Passante, vicolo Cristoforo Colombo e via Abbate Tommaso, non si farà. L’amministrazione comunale è sempre stata chiara sui requisiti necessari – tra cui la piena disponibilità di tutte le aree da parte dei proponenti - per dare l'eventuale via libera alla approvazione del PUA che ad oggi non si sono verificati.

«Già in sede di campagna elettorale avevo affermato che il Pua in questione si sarebbe realizzato solo se ci fossero stati i requisiti fondamentali, nei tempi ragionevoli», dichiara Stefania Golisciani, sindaco di Casale, «Cosa che ad oggi non si è verificata. Per questo motivo ho deciso di inviare oggi un preavviso formale. Ora i proponenti avranno 40 giorni di tempo per portare tutta la documentazione, se questo non accadesse il progetto non partirà. Su questo sono sempre stata chiara. Agiamo per il bene dei cittadini e di Casale».

La replica

Alle parole del sindaco ha però risposto Lorenzo Biotti, consigliere comunale del gruppo di opposizione: «Dal 2018 ad oggi nessuno dei proprietari dei terreni legati al progetto del Maxi Polo ha versato l’Imu al comune di Casale sul Sile e anche per gli anni precedenti mancano all’appello centinaia di migliaia di euro. Da quasi un decennio l’amministrazione comunale deve fare i conti con una vera e propria voragine nelle casse dell’ente, generata dai mancati introiti dell’imposta municipale unica. A margine del recente aut aut lanciato dalla sindaca Stefania Golisciani alla cordata di privati che intende realizzare tra Casale e Quarto d’Altino il più grande insediamento logistico della Marca, emergono i retroscena di un costante braccio di ferro fiscale. Il mancato versamento dell’Imu da parte dei proprietari dell’area in molti casi è stato oggetto di contenziosi. Le società storicamente in campo sono il Centro Fornaci (famiglie Biffis e Barbieri), l’Immobiliare Quadrifoglio (famiglia Grigolin), la  Società Trevigiana Finanziaria e di Partecipazione (famiglia Zugno) e l’Immobiliare al Mulino srl (con quote suddivise tra Albino e Gianluca Giacomin più Mario Morello e Ferdinando Pavan). Partendo proprio dal Centro Fornaci emerge il mancato pagamento delle imposte sui terreni fin dal 2007. Il comune ha emesso gli avvisi di accertamento, i privati si sono opposti con diversi ricorsi alla giustizia tributaria e i due filoni si sono già chiusi con due diverse sentenze della cassazione emesse nel 2022. La prima riguarda il quadriennio tra il 2007 e il 2010, quando c’era ancora l’Ici.  L’importo è di 206mila euro. La seconda per un importo pressoché analogo riguarda il periodo dal 2011 al 2014. Per questi due periodi il comune ha emesso a giugno e ottobre di quest’anno le dovute intimazioni al pagamento. Storia simile per la Società Trevigiana Finanziaria e di Partecipazione della famiglia Zugno. Attualmente è aperta una vertenza in commissione tributaria per una somma di 474 mila euro relativa agli accertamenti tra il 2014 e il 2017. Per quanto riguarda il gruppo Grigolin, il ricorso alla giustizia tributaria, in fase di valutazione da parte dei giudici, riguarderebbe accertamenti per 238 mila euro, tra il 2014 e il 2017. Gli unici che hanno sempre pagato (almeno fino al 2017), da quanto fanno sapere in municipio, sono i proprietari dell’Immobiliare al Mulino. 

I diversi importi sono calcolati sulle rispettive dimensioni dei fondi di proprietà e sono proporzionali alle “quote” che ciascun membro della cordata porta in dote all’operazione del Maxi Polo. Facendo semplicemente i conti della serva emerge che mancano all’appello, negli ultimi dieci anni, almeno due milioni di euro. L’amministrazione casalese, solo per quel piccolo lembo al confine con il comune di Quarto d’Altino, deve fare i conti con entrate fantasma per 200 mila euro l’anno. Mal comune mezzo gaudio: l’ente guidato dalla sindaca Stefania Golisciani è in buona compagnia perché il vicino comune di Mogliano complessivamente, solo nel primo semestre 2023 ha emesso avvisi di accertamento Imu per 1,3 milioni di euro. Le difficoltà finanziare della cordata del Maxi Polo non sono una novità: erano già emerse quest’estate con il pignoramento di terreni per il 37% dell’area, azione di recupero al quale anche il comune ha deciso di insinuarsi e che ha visto andare deserta la prima asta (prossimo appuntamento a gennaio 2024). «Con queste premesse può stare ancora finanziariamente in piedi l’operazione del Maxi Polo? - chiudono Lorenzo Biotti e il consigliere Niccolò Mosco - sugli incassi e sugli oneri è stato costruito da parte dell’attuale maggioranza il racconto delle opere e dei progetti della Casale che verrà. A noi sembra solo un grande bluff che pagano i cittadini».

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