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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Cgil Treviso: «Nella Marca servono più Covid hotel»

L'appello del sindacato confederale e delle sigle di categoria: «Servono strutture alberghiere da riconvertire utilizzando anche personale della sanità privata»

«E' incomprensibile che nella Marca, la provincia più colpita in Veneto dal contagio, sia stata identificata una sola struttura alberghiera Covid hotel delle 16 definite a livello regionale». Cgil Treviso chiede spiegazioni a Regione del Veneto e a Federalberghi.

«Un settore come quello alberghiero così sferzato dalla crisi economica conseguente all’emergenza sanitaria può trovare supporto dando a sua volta risposta all’esigenza di ospitalità arrivata forte in questa seconda ondata - afferma Alberto Irone, segretario generale Filcams Cgil Treviso - Non riusciamo a capire perché in una provincia come quella trevigiana, così popolosa e altresì ricca di strutture ricettive, sia ipotizzato solo un Covid hotel. Vediamo necessario sostenere proprio con il lavoro, e non solo con i contributi del Governo, le imprese del comparto dando la possibilità a più strutture, e più diffuse sul nostro territorio, di convertirsi in Covid hotel. A questo non può mancare un investimento proprio sul lavoro, attraverso la formazione del personale e la garanzia della salute dei dipendenti». «Dare risposte alle esigenze delle famiglie trevigiane è prioritario oggi quanto garantire la salute e il lavoro - sottolinea il segretario generale della Cgil di Treviso Mauro Visentin - Quello della riconversione delle strutture alberghiere, le più adatte, in Covid hotel abbraccia tutte queste priorità: alleggerire le famiglie che vivono le grandi difficoltà del contagio in casa, permettere proprio di contenere la crescita del numero di contagi e meglio monitorare la popolazione colpita, far ripartire l’attività alberghiera nonché l’indotto a essa collegato».

Il sindacato pone però anche un’altra incognita: «E' poco comprensibile perché l'Ulss 2, per bocca del direttore generale Francesco Benazzi, metta a disposizione di Villa Fiorita di Monastier personale infermieristico sottraendolo così dal servizio pubblico, già così in sofferenza, quando proprio a quella proprietà è collegata la casa di cura - aggiunge Marta Casarin, segretaria generale Fp Cgil di Treviso - Il privato sanitario dovrebbe oggi essere maggiormente di supporto a far fronte ai nuovi bisogni, uno di questi potrebbe proprio essere quello di fornire personale specializzato alle strutture alberghiere al fine di tutelare la salute degli ospiti».

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