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Tornano in Calabria dopo sei anni a Treviso: «Questa città resta nel cuore»

La lettera di Daniele e Stefania, coppia calabrese che ha trascorso gli ultimi anni nella Marca: «Vorremmo dire grazie a tutti i trevigiani che ci hanno accolti con calore e umanità, abbiamo trovato persone speciali»

Cinque lunghi anni facendo la spola tra Reggio Calabria e Treviso per riabbracciare la compagna e due anni di vita insieme nel capoluogo della Marca. La storia di Daniele e Stefania, due nostri affezionati lettori, sembra identica alla commedia con Claudio Bisio e Alessandro Siani, "Benvenuti al Nord".

Una storia d'amore che supera le barriere del pregiudizio ma che, in questi giorni, ha avuto un'importante svolta dal momento che Daniele e Stefania hanno deciso di fare ritorno nella loro Reggio Calabria. Prima di partire hanno però scritto una lettera di saluto alla città e ai suoi abitanti per ringraziare e salutare ancora una volta Treviso e i trevigiani: «Ci si è presentata la più difficile e insidiosa delle decisioni - scrivono -: tornare alle origini nella nostra Reggio e tra i nostri affetti più cari o rimanere nell'accogliente e agiata Treviso? Treviso, una città forse poco conosciuta, è esplosa turisticamente negli ultimi anni, nonostante abbia sofferto per anni l'ombra di Venezia. Come recita lo slogan della provincia, però, se vedi Treviso te ne innamori. Così, almeno, è stato per noi. Una decisione presa con il cuore, quella di trasferirsi a Treviso - scrive Daniele - per iniziare una convivenza di due anni con la mia amata compagna. Il sentore che, prima o poi saremmo tornati a Reggio insieme, non mi ha mai abbandonato e così infatti é stato. Oggi siamo pronti per il lungo viaggio di ritorno. Questo viaggio, che molti affrontano in direzione opposta, genera inevitabilmente sentimenti contrastanti perché separarsi da un luogo dove si è vissuto e anche bene non è mai del tutto facile. Adesso, con un nodo in gola ma con gioia e soddisfazione, torniamo insieme nella nostra bella Calabria, dai nostri genitori, dalle mie splendide figlie, tra la nostra gente. Abbiamo scelto la nostra Reggio che tanto ci fa disperare ma che tanto amiamo e, proprio per questo, non abbiamo deciso di abbandonare, perché scegliere diversamente ci faceva un po' sentire infedeli ed ingrati, perché Reggio allontana i suoi figli quando ci vivono ma manca tremendamente quando ci si allontana. A conclusione di quest'esperienza ci tenevamo a sfatare tanti luoghi comuni che al Sud si possono sentire verso le città del Nord: i veneti sono davvero delle belle persone, solari, allegri, simpatici, laboriosi e accoglienti. Abbiamo trovato tra questa gente calore e umanità. Quel pregiudizio tanto temuto da chi "terrone" emigra al Nord non é stato mai percepito. Abbiamo conosciuto gente vera, tanta simpatia e trovato tanti nuovi amici veneti che non nominiamo per paura di dimenticare qualche nome tra i tanti. Tutte persone che porterò nel cuore».

Daniele continua: «Mi son sentito accolto e soprattutto stimato come forse non é mai successo prima d'ora nella mia città natale. In questo periodo il cordone con la mia Reggio non l'ho mai reciso. Il continuo sali e scendi, Nord-Sud- Nord, mi ha generato la continua sensazione che Reggio e Treviso fossero un'unica città, che vivessi un'unica casa. E per questo stesso motivo il continuo confronto tra efficienze e criticità, tra diversi stili di vita e qualità civica, é stato sempre stimolato e inevitabile. Confronto che ha spesso suscitato rabbia e soprattutto rammarico per quelle potenzialità inespresse e sopite della nostra Reggio e profonda ammirazione per la capacità, tipicamente veneta, di creare ricchezza ed eleganza, per il loro buon gusto e per la loro innata capacità di dare valore al loro territorio, preservando al contempo ogni loro bene con diligenza e grande senso civico. Sono estremamente disciplinati forse un po' troppo per i nostri standard. Ma poi i risultati si apprezzano. Sicuramente, data la stabilità lavorativa ed affettiva raggiunta con gli anni, questa decisione può sembrare a tanti impopolare e contro tendenza, in un'epoca In cui in tanti scappano via dalla nostra città e si rischia davvero la desertificazione sociale. Dunque, superata l'incertezza iniziale e il timore tipico di ogni difficile decisione, adesso il sentimento dominante è l'entusiasmo di tornare al Sud, senza però mai rinnegare tutto ciò che di bello il Veneto mi ha donato e fatto conoscere e con la piena consapevolezza che le distanze geografiche si possano colmare perché "tutto il mondo é paese" e "casa" è ovunque ci si sente amati. Arrivederci e grazie di tutto ai miei amici veneti e grazie alla bella Treviso per averci affettuosamente adottato e coccolato. Si torna a casa ma con Treviso sempre nel cuore».

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