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Vittime dell'amianto, conguaglio in arrivo

Ad annunciarlo, in queste ore, è la Cisl di Treviso. Previsto anche un contributo una tantum di 5.600 euro: domande tramite il patronato. In Veneto 1.744 casi di mesotelioma in 30 anni

Conguaglio in arrivo per la prestazione aggiuntiva dell’Inail a favore delle vittime dell’amianto e dei loro eredi. Si è finalmente sbloccata una situazione paradossale per i ventimila lavoratori colpiti in Italia da patologie dovute all'amianto per cause professionali, e che attendevano da tempo una risposta dal Governo.

I lavoratori riceveranno nei prossimi mesi un conguaglio per la rivalutazione dell’indennità per ognuno degli anni 2016 e 2017  pari al 14,7% della rendita erogata in quegli stessi anni. Ciò dà diritto a ricevere un conguaglio del 4,6% per il 2016 e del 5,5% per il 2017. Le prestazioni saranno erogate dal Fondo per le vittime dell’amianto, un indennizzo che si aggiunge alla rendita Inail. Inoltre il Fondo erogherà acconti e saldi delle spettanze da dicembre 2018 a luglio 2021 pari al 10% del valore annuo dell’indennità Inail. I malati di mesotelioma (il tumore specifico dell’amianto) non professionale e gli eredi, nel caso di decesso degli aventi diritto, riceveranno fino a dicembre 2020 su domanda una tantum di 5.600 euro. Per la presentazione di queste domande, gli aventi diritto si potranno rivolgere al patronato Inas Cisl. «Per i malati di mesotelioma non professionale - sottolinea Michela Fuser, responsabile del patronato Inas Cisl di Treviso - la prestazione una tantum va richiesta compilando un modello presso il nostro patronato che lo invierà all'Inail con raccomandata o via pec. Non ci sono scadenze da rispettare, in quanto non sono stati utilizzati tutti i fondi messi a disposizione nel provvedimento del che introduceva la misura». Dal 1987 al 2016 in Veneto si sono registrati 1.744 casi di mesotelioma, di cui 631 donne. Fra questi, 1.074 sono sicuramente dovuti a esposizione professionale. In provincia di Treviso, l’area più colpita, nel passato, è stata quella di Castelfranco, e ha riguardato i lavoratori della Fervet, storica azienda ai piedi del cavalcavia di Borgo Padova, che ha iniziato l'attività nei primi anni del 900 nel settore della manutenzione e costruzione di carrozze ferroviarie.

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