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Attualità Ippodromo / Viale della Repubblica, 13

Nuovo supermercato alla rotonda Appiani: «Treviso ne ha uno ogni 2mila abitanti»

Treviso è al quarto posto in Veneto (su circa 600 comuni) per percentuale di suolo consumato: Alì Spa ha fatto richiesta per costruire un nuovo punto vendita in Viale della Repubblica. Il commento di Luigi Calesso: «Troppi supermercati, distribuiti male»

Nell'elenco dei permessi di costruzione rilasciati dal Comune di Treviso lo scorso agosto compare la richiesta di Alì Spa di realizzare un nuovo supermercato all'altezza della rotonda della Cittadella delle Istituzioni in Viale della Repubblica.

A segnarlo è Luigi Calesso, portavoce di Coalizione Civica Treviso, che specifica: «Ovviamente Alì Spa è perfettamente legittimata a realizzare il nuovo punto vendita senza la necessità di altri permessi regionali o comunali. Rimangono però i problemi di fondo che segnalati nella osservazione di Coalizione Civica per Treviso al piano di lottizzazione "Repubblica 1", osservazione respinta dalla giunta comunale.

Il consumo di suolo

Treviso è al quarto posto in Veneto (su circa 600 comuni) per percentuale di suolo consumato rispetto al totale e al 195esimo posto tra i 7.904 comuni italiani (Ispra, 2021). Il piano di lottizzazione "Repubblica 1" si sviluppa interamente su una area verde e, quindi, la realizzazione di edifici, tratti stradali, aree di manovra dei parcheggi implica l’impermeabilizzazione di migliaia di metri quadrati di terreno, con tutte le conseguenze che ciò comporta rispetto alla perdita di servizi ecosistemici. Nel suo rapporto 2021 sul consumo di suolo l’Ispra ha effettuato una stima del valore economico dei servizi ecosistemici garantiti dal suolo verde, valore che viene distrutto dalla impermeabilizzazione del terreno. Per servizi ecosistemici si intendono quelli dello stoccaggio e sequestro dell’anidride carbonica, della rimozione del particolato atmosferico e dell’ozono, della produzione agricola e di legname, dell’impollinazione, della regolazione del microclima e tutto il vasto ambito che riguarda l’equilibrio idrogeologico: l’assorbimento delle piogge (regolazione del regime idrologico) la loro depurazione e la trasformazione in disponibilità di acqua per l’uso umano. Ovvio che tutti questi servizi vengono a cessare quando il suolo viene impermeabilizzato (cementificato o asfaltato). Il costo economico annuo per la perdita dei servizi ecosistemici è stato calcolato tra gli 89mila e i 109mila euro per ogni ettaro di terreno libero che viene impermeabilizzato: in media, quindi, ogni ettaro di suolo consumato costa 100mila euro all’anno dal momento della sua impermeabilizzazione che equivale a 10 euro per ogni metro quadrato.

Un supermercato ogni 2mila abitanti

«Ci stiamo avviando ad avere in città il doppio di supermercati rispetto alla media nazionale (in rapporto agli abitanti) - denuncia Calesso -. Al 31 dicembre 2021 erano attivi nel territorio comunale 30 supermercati, cioè uno ogni 2.823 abitanti, mentre a livello nazionale, sempre nel 2020, c’era un esercizio commerciale dello stesso tipo ogni 4.077 abitanti e in Veneto uno ogni 3.678 abitanti. I supermercati aperti da inizio 2022, quelli di cui sono stati costruiti o sono in fase di edificazione i fabbricati o è stato avviato l’iter per la realizzazione (tra cui quello in questione) sono complessivamente 7 che porteranno a un rapporto di un punto vendita ogni 2.288 abitanti, quasi doppio rispetto alla media nazionale. Le nuove aperture (quella prevista dal piano di lottizzazione in oggetto ne è un esempio) tendono a inserirsi in zone già servite che garantiscono la presenza di una elevata concentrazione di residenti, mentre quartieri limitrofi (Canizzano rispetto a Santa Maria del Sile, ad esempio) continuano a rimanere "scoperti" - avverte il portavoce di Coalizione Civica Treviso -. Non solo abbiamo molti più supermercati della media nazionale e regionale ma il loro proliferare non risponde all’esigenza di “servire” le zone del territorio in cui manca questo tipo di servizio ma a logiche, legittime sia ben chiaro, di concorrenza tra le catene della grande distribuzione che tendono, evidentemente, più a contendersi le fette più appetibili del mercato che a “rischiare” aprendo in zone meno popolose» conclude Calesso.

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