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Allarme droga nella Marca: pusher per arrotondare e baby clienti di 12 anni

Un vertice in Prefettura per fare luce su come sta cambiando il fenomeno: dilagano le sostanze allucinogene più delle tradizionali (eroina, cocaina, marijuana, hashish), venditori spesso incensurati, il lockdown non ha fermato lo spaccio

Consumatori sempre più giovani, con il primo approccio con la droga che avviene ormai tra i 12 e i 13 anni di età, spacciatori sempre più insospettabili, molti incensurati che arrotondano così il loro normale stipendio, e una sempre maggiore diffusione delle sostanze sintetiche o degli allucinogeni che stanno guadagnando "fette di mercato" alle più tradizionali cocaina, eroina, hashish o marijuana. Uno spaccato sconfortante quello del fenomeno droga nella Marca. Il tema è stato al centro di un incontro che si è tenuto nella mattinata di oggi, 28 luglio, presso la Prefettura di Treviso e che è stato presieduto dal Prefetto, Maria Rosaria Laganà. Erano presenti rappresentanti delle Forze di Polizia, l’Assessore alle Politiche sociali del Comune di Treviso, la Presidente del Comitato dei Sindaci del Distretto di Treviso e la responsabile del SERD dell’Azienda Ulss n°2 Marca Trevigiana.

Il fenomeno, purtroppo, continua ad essere largamente diffuso in tutto territorio provinciale (lo è stato anche durante il lockdown, nonostante le restrizioni alla mobilità), specie nei centri urbani più densamente popolati, nonostante l’azione di prevenzione e di contrasto posta in essere dalle diverse componenti del “sistema sicurezza” nei confronti delle cosiddette “piazze dello spaccio” – luoghi della movida, parchi e aree verdi, luoghi di aggregazione giovanile, aree limitrofe alle infrastrutture del trasporto pubblico; quella educativa e di sensibilizzazione posta in essere dal mondo della scuola; quella di recupero svolta dall’Azienda sanitaria e dagli Enti locali, attraverso l’opera dei Servizi sociali.

Come tutti i mercati anche quello della droga è caratterizzato e condizionato da tre elementi: i soggetti, ovvero gli acquirenti che comprano e gli offerenti che vendono; la merce, ovvero la droga; il prezzo di scambio. Per quanto concerne il primo, l’aspetto più inquietante del fenomeno è, sul fronte degli acquirenti-consumatori, l’ulteriore abbassamento dell’età dei giovani che si avvicinano per la prima volta a tale mercato – 12/13 anni; sul fronte degli offerenti, l’aspetto inquietante è l’identikit del nuovo venditore che, di frequente, è persona incensurata, che svolge un’attività lavorativa legale cui affianca lo spaccio di sostanze stupefacenti per innalzare il proprio reddito e, con esso, il tenore della propria vita.

Per quanto concerne la merce, l’aspetto più inquietante è dato dalla sempre maggiore diffusione di sostanze stupefacenti “alternative” (allucinanti, inalanti) rispetto a quelle tradizionali (cannabinoidi, cocaina, eroina) ma con effetti sulla salute ancora più devastanti e irreversibili. Per quanto concerne il terzo elemento, ovvero il prezzo, sicuramente la drastica riduzione del costo per l’acquisto rende accessibile il mercato ad una platea più vasta – e trasversale - di consumatori, in un territorio come quello della provincia di Treviso che è notoriamente ricco e connotato da un elevato livello di benessere.

Altro aspetto emerso dall’incontro è la diffusa, scarsa percezione e consapevolezza della pericolosità del consumo di droghe e delle sue future implicazioni – anche in termini di costi sociali e sanitari - sia a livello individuale che collettivo, tanto da far pensare che vi sia implicitamente una sorta di “accettazione culturale” di questo comportamento.

«Nel comune convincimento che una compiuta ed efficace risposta al fenomeno richieda articolati interventi di carattere multisettoriale -si legge in un comunicato della Prefettura di Treviso- e nell’intento di perseguire, unitamente agli obiettivi di salvaguardia della sicurezza pubblica, anche quelli della salute pubblica, con la ripresa dell’anno scolastico verranno convocati nuovi incontri finalizzati a pianificare linee di intervento e  strategie operative per contrastare e, ove possibile, scongiurare il radicamento di tali comportamenti  illegali, non solo mediante l’azione di prevenzione e contrasto svolta dalle Forze di Polizia, ma anche mettendo sempre più a sistema la collaborazione con gli enti territoriali e il mondo della scuola».

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