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Sciopero benzinai, nella Marca chiuso l'80% dei distributori

Dalle 19 di martedì 24 fino alle 22 di giovedì 26 gennaio rifornirsi di carburante sarà più difficile del solito. Garantito il rifornimento per i mezzi pubblici. In autostrada aperto un distributore ogni 100 chilometri

I distributori chiudono per 48 ore (la durata iniziale della mobilitazione era di 60 ore, è stata ridotta per adeguarsi alla richiesta del garante). Da martedì sera sarà sciopero. Il timore di restare "a piedi" è diffuso ma, come vedremo, di fatto quasi infondato. La serrrata riguarda anche gli impianti self-service: i distributori saranno chiusi sulla rete ordinaria dalla 19 di oggi alle 19 di giovedì, mentre in autostrada la serrata inizierà alle ore 22. Lo sciopero sarà quindi dalle 19 del 24 gennaio alle 19 del 26 gennaio. In provincia di Treviso resterà chiuso l'80% dei benzinai, circa 50 su 330 complessivi nella Marca.

Dove fare il pieno

Fare il pieno di benzina e diesel fino a giovedì sera sarà dunque un po' complicato, ma certamente non impossibile. Ci sono regole sui servizi minimi che impongono da un lato di mantenere aperti nelle città un certo numero di distributori: è previsto che nelle aree urbane ed extraurbane sia assicurato il servizio di un numero di impianti pari alla metà di quelli previsti nei giorni festivi. Poi ci sono gli impianti gestiti direttamente dalle compagnie, che restano aperti. Inoltre, i distributori autonomi associati a due altre sigle (Angac e Asnali) non aderiscono allo sciopero. Infine, sulle autostrade prefetti e Regioni devono invece assicurare che resti aperto un impianto ogni 100 chilometri: la lista diffusa ieri dalla Conferenza delle Regioni ne conta ben 175 su un totale di 477. L'elenco dei benzinai aperti è nelle mani delle varie prefetture che possono decidere di renderlo pubblico. Tendenzialmente a rimanere aperti sono gli impianti totalmente automatizzati. In autostrada invece è la Regione a comunicare gli impianti aperti e la legge impone un distributore aperto ogni 100 chilometri. Insomma, come ha rilevato Paolo Uniti, segretario Figisc Confcommercio, non esiste il pericolo che qualcuno resti senza benzina, a meno di clamorose disattenzioni del singolo automobilista.

Le ragioni dello sciopero

I gestori degli impianti non hanno gradito le accuse, nemmeno troppo velate, di speculazione. L'obbligo della cartellonistica previsto con l'esposizione del prezzo medio previsto dal revente decreto trasparenza "penalizza i benzinai" ed è "inutile per far abbassare i prezzi", sostengono Faib, Fegica, Figisc-Anisa, le associazioni che hanno proclamato lo sciopero, le quali si sentono diffamate e penalizzate dai nuovi provvedimenti del governo e tengono il punto. Ritengono che la categoria sia stata coperta "di fango a seguito degli aumenti decisi dal governo" e spiegano che lo sciopero è stato proclamato "per ricordare a tutti che le politiche di prezzo al pubblico non sono imputabili ai gestori, il cui margine medio di guadagno (3 centesimi al litro) rimane invariato a prescindere dal prezzo finale al consumatore. Si sentono traditi da un governo che, costretto a riscuotere nuovamente le accise, li avrebbe additati ai cittadini come i responsabili dei rialzi dei prezzi alla pompa. Dicono con forza "no" ai nuovi, inutili, obblighi di legge a carico dei gestori, per impedire che il prezzo dei carburanti torni a salire in assenza di politiche di riforma e razionalizzazione del settore" e infine si scagliano "contro il rischio di una nuova campagna di criminalizzazione dei gestori che nascondano le vere inefficienze e lo spazio debordante della criminalità".

I prezzi aumentano

In provincia di Treviso i prezzi del gasolio a litro hanno raggiunto picchi di 2,2-2,3 euro al litro e non accennano a diminuire. Facendo self service si riesce a stare di poco sotto i due euro ma i prezzi non accenneranno a diminuire troppo facilmente. Assoutenti parla di «ennesima speculazione a danno dei cittadini: in concomitanza con l’avvio dello sciopero, i prezzi di benzina e gasolio stanno registrando rialzi in tutta Italia, approfittando dell’esigenza degli automobilisti di fare il pieno per non ritrovarsi a secco nei due giorni di protesta. Una situazione - sostiene l'associazione - che dimostra ancora una volta come sia necessario intervenire sul fronte della trasparenza e della formazione dei prezzi dal pozzo alla pompa, e anche per questo stiamo studiando le contro-misure da intraprendere contro benzinai e compagnie petrolifere disonesti, con una evasione denunciata di circa 14 miliardi di euro annui» conclude il presidente Furio Truzzi.

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