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Strage sul lavoro a Firenze: mercoledì sciopero di metalmeccanici e lavoratori edili

Fiom Cgil Treviso ha deciso di aderire con Fillea alla mobilitazione nazionale di mercoledì 21 febbraio, indetta dalle categorie di Cgil e Uil. Sciopero di due ore a fine turno anche nella Marca

Mercoledì 21 febbraio sciopero nazionale dei metalmeccanici e degli edili nelle ultime due ore di ogni turno. Anche la Fiom trevigiana aderisce alla mobilitazione nazionale promossa dalle sigle dei metalmeccanici e degli edili di Cgil e Uil in seguito ai drammatici fatti che hanno visto perdere la vita cinque operai del cantiere per la costruzione del supermercato Esselunga a Firenze. “Caduti sul lavoro” che hanno nomi, famiglie, storie.

È stata ignorata la Piattaforma unitaria dei sindacati e si continua ad agire senza il confronto con chi è nei posti di lavoro. Si è deciso di fare cassa togliendo le risorse per gli ispettori del lavoro e la medicina per la prevenzione sul territorio, di deregolamentare la catena degli appalti, non intervenire sugli appalti privati, fino al punto che non si riesce a capire quali e quante ditte sono in un cantiere e di costringere le persone migranti a lavorare in clandestinità. Basta allora parlare di cordoglio, è il momento che il Governo, le imprese e le loro associazioni di rappresentanza, si assumano le responsabilità: massimo ribasso, appalti a cascata, mancanza di controlli, precarietà del lavoro sono conseguenze di scelte, non una fatalità. Fondamentali tutte le agibilità necessarie per gli RLS, RLST, delegati di sito alla sicurezza, serve il ripristino della parità di trattamento negli appalti e la responsabilità dell’impresa committente, l’applicazione dei CCNL del settore di riferimento, sottoscritti dalle OO.SS. più rappresentative, serve la formazione obbligatoria prima di accedere nel luogo di lavoro, serve l’apertura di un confronto vero il Governo su questi punti e su tutta la Piattaforma unitaria.

I commenti

«Questi sono i cambiamenti necessari, altrimenti i richiami alla cultura della sicurezza sono frasi vuote - spiega Enrico Botter, segretario generale Fiom Cgil Treviso e segretario provinciale di Cgil Treviso con delega alla sicurezza -. Vogliamo luoghi di lavoro sicuri e salubri senza il ricatto della perdita del lavoro e dei bassi salari. A partire dai cantieri. Ogni singola tragedia è una tragedia di tutti e di tutte».

Massimiliano Paglini, segretario generale di Cisl Belluno Treviso, aggiunge: «Le tragiche notizie del crollo del cantiere di Firenze hanno suscitato profonda indignazione, frustrazione e rabbia, ma anche desiderio di giustizia. Sentimenti e sensazioni che ci pervadono ogni volta che si verifica un infortunio mortale su un luogo di lavoro nel nostro Paese e nei nostri territori di Belluno e Treviso, purtroppo non estranei a questa inaccettabile ecatombe. In Italia ogni tre giorni un lavoratore incontra la morte svolgendo la propria mansione in fabbrica, in cantiere, in un magazzino o in un campo agricolo. 16 lavoratori sono morti lavorando l’anno scorso nella Marca; 4 nel Bellunese. Serve inasprire le norme sugli appalti a cascata, garantendo anche nei lavori privati gli stessi standard contrattuali per tutta la catena d’appalto, è solo un primo passo per iniziare davvero ad affondare un colpo allo sfruttamento del lavoro. Si potrà raggiungere un livello accettabile di sicurezza per i lavoratori solo se vi sarà la volontà da parte tutti i soggetti di agire su tutte le leve necessarie per cancellare fenomeni di illegalità.
Oggi è necessario più che mai un grande piano di investimenti in formazione obbligatoria a partire dalle imprese, quale prerequisito per l’avvio di un’attività edile in Camera di Commercio, ma anche formazione obbligatoria preventiva sulla sicurezza a tutti coloro che entrano in un cantiere e, per gli stranieri, alfabetizzazione edile propedeutica. Servono regole nuove e certe per chi viene a vivere, lavorare (e pagare le tasse) nel nostro Paese».

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