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Caserma "Cadorin": 80 anni fa l'armistizio e la chiusura del campo di internamento

La celebrazione con il ministro della giustizia, Carlo Nordio, ed il sindaco di Treviso, Mario Conte, nell'area che è stato un campo di concentramento per le popolazioni slave. Presenti anche le delegazioni diplomatiche di Slovenia e Croazia

L’lstresco (lstituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea della Marca Trevigiana) in collaborazione con il 33º reggimento EW e il Comune di Treviso ha organizzato oggi, 8 settembre, la commemorazione della chiusura del campo di internamento per popolazioni slave, oggi sede del Reggimento, che è avvenuta I’8 settembre 1943 a seguito dell’armistizio firmato daIl’ItaIia con i governi alleati. Per l’occasione è stata organizzata una visita guidata all’interno dell’infrastruttura che dal 1942 al 1943, fu utilizzata come campo d’internamento, noto come campo “Monigo”, dal nome del quartiere di Treviso dove sorgeva e che ad oggi rappresenta l’unico luogo nel nord-est d'Italia, conservato e ancora visitabile, collegato storicamente al tema dell’internamento. I visitatori hanno ripercorso i luoghi in cui circa ventimila prigionieri civili, in prevalenza di nazionalità slovena e croata, furono internati in momenti diversi, molti dei quali provenienti dal più terribile campo di internamento di Arbe. Dopo aver salutato i visitatori, il Comandante del 33º reggimento EW, Colonnello Narco Bollici, ha illustrato la storia del reparto dalla sua costituzione ad oggi, precisando che la caserma “L. Cadorin” dal 21 agosto 2019 è patrimonio culturale d’ interesse storico della Regione Veneto.

La professoressa Francesca Meneghetti (ricercatrice presso l’Istresco), ha poi ricordato gli avvenimenti storici che hanno portato, durante l’occupazione fascista della provincia di Lubiana, all’arresto e alla deportazione da parte dei soldati della Il Armata italiana di civili sloveni e croati sospettati di essere sostenitori dei partigiani titini. Il campo di Monigo ha ospitato anche alcune persone troppo esposte, perché simpatizzanti dell’occupazione italiana, e che pertanto necessitavano di essere allontanate per protezione dai Ioro paesi di origine e parecchi prigionieri degli eserciti alleati. Di tutti sono state illustrate le proibitive condizioni di vita fatte di stenti e privazioni che hanno posato a un alto tasso di modalità.

Una fase della cerimonia

La visita si è conclusa alla presenza del ministro della giustizia, Carlo Nordio, del sindaco della Città di Treviso, Mario Conte e delle autorità locali, di quelle diplomatiche di Slovenia e Croazia, del Comandante di Reggimento e della Presidente dell’Istresco Chiara Scinni, con la deposizione di una corona floreale alle due targhe memoriali situate sul muro esterno della caserma, affisse nel 2019, da parte deIl’amministrazione comunale di Treviso.

«Questa giornata rappresenta una preziosa opportunità per diffondere la cultura della pace e della solidarietà» così ha detto durante il suo intervento il sindaco di Treviso, Mario Conte «Troppo spesso le cronache ci consegnano scenari di disumanità, di orrore e di morte, dalle guerre alle violenze familiari o in alcuni difficili contesti sociali. La pace non può prescindere dall’educazione e dalla sensibilità, ed è per questo che, attraverso la visita di questa mattina, abbiamo la possibilità di diffondere un messaggio chiaro e significativo nel ripudio di ogni forma di oppressione. Nondimeno, questo appuntamento vuole anche ri-affermare l’impegno della comunità trevigiana a non chiudere MAI gli occhi di fronte alle pagine più buie del passato, delle Istituzioni e all’importante contributo degli studiosi della Resistenza e della società contemporanea. Qui, oggi, rinnoviamo il nostro appello alla giustizia, alla fraternità e al dialogo, perché Treviso è, e sarà sempre una Città di Pace, tolleranza e tutela dei Diritti Umani».

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