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Smog e Pm10, Legambiente: «Treviso terza città più inquinata d'Italia»

Pubblicato il report “Mal’Aria di città 2024": peggio di Treviso solo Torino e Frosinone. 63 giorni di sforamenti di Pm10 sui 365 del 2023. Per Legambiente: «Necessario rinaturalizzare per debellare il cancro-cemento». Famiglie preoccupate

Brutte notizie dal report "Mal’Aria di Città 2024", pubblicato giovedì 8 febbraio da Legambiente. La classifica vede Treviso al terzo posto di un podio tutto nero è confermato anche quest’anno: 63 giorni di sforamenti di Pm10 sui 365 del 2023, vuol dire meno di uno su sei.  Peggio di Treviso solo Frosinone e Torino.

Il commento

«I dati del 2023 ci dicono che il processo di riduzione delle concentrazioni è inesistente o comunque troppo lento - spiega Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente -. Ad oggi, infatti, ben 35 città dovranno intensificare gli sforzi per ridurre le loro concentrazioni di Pm10 entro il 2030, con una percentuale di riduzione compresa tra il 20% e il 37%, mentre per il PM2.5 il numero di città coinvolte sale a 51, con una riduzione necessaria tra il 20% e il 57%. Non migliore la situazione per quanto riguarda l’NO2, dove 24 città dovranno ridurre le emissioni tra il 20% e il 48%. Alla luce degli standard dell'Oms, che suggeriscono valori limite molto più stringenti dei valori di legge attuali e che rappresentano il vero obiettivo per salvaguardare la salute delle persone, la situazione diventa ancora più critica. Bisogna determinare una svolta a livello nazionale e territoriale per ridurre l'impatto sanitario sulla popolazione italiana, il costo ad esso associato, e il danno agli ambienti naturali. Fondamentale prevenire, proteggere e curare. Ci sono molte azioni preventive che possono essere adottate, sia dai singoli cittadini ma soprattutto dagli enti territoriali. I cittadini per esempio possono e dovrebbero proteggersi dalle particelle sottili (PM2.5 e PM10) e da altri inquinanti utilizzando mascherine (quelle filtranti, da indossare correttamente), facendo un ricambio dell’aria negli spazi interni degli edifici che abitano, ma individuando i momenti più appropriati per farlo (solitamente nelle ore più calde evitando mattina e sera), per esempio consultando siti web e app dedicate alla misurazione dei livelli di inquinamento, fino all’uso di purificatori d’aria o, nei giorni peggiori, riducendo la permanenza all'esterno; Il valore limite stabilito dal decreto legge 155/2010 per la media giornaliera è di 50 μg/m3 con un massimo di 35 superamenti in un anno. Al di sopra di quel parametro, è sconsigliato uscire: i valori di queste ultime settimane sono stati tra gli 80 e i 130 μg/m3. Per gli spostamenti è preferibile utilizzare i mezzi pubblici riducendo al minimo l'uso dell'auto. Per quanto riguarda gli enti locali, invece, prevenire significa, come indicato nel rapporto “Mal’Aria di città 2024”, incentivare l’uso del trasporto pubblico, implementare Ztl e le zone 30, promuovere l’homeworking, supportare l’installazione di tecnologie a emissioni “quasi zero” per quanto riguarda il riscaldamento, eseguire controlli sugli allevamenti intensivi nelle campagne e via dicendo. 

L’inquinamento atmosferico, a Treviso come altrove, è strettamente legato alla perdita di suolo e alla cementificazione, che comporta la riduzione delle aree verdi capaci di assorbire CO2 e altri inquinanti atmosferici, quali le zone umide ma anche le siepi, i prati, le fasce tampone lungo i corsi d’acqua. Preservare queste zone sarebbe fondamentale soprattutto lungo arterie stradali come Viale della Repubblica, il Terraglio, la tangenziale - continuano da Legambiente -. Zone che attualmente sono interessate e minacciate dalle lottizzazioni e nuovi progetti edificatori. Occorre immaginare il cemento come un tumore: per vivere, in entrambi i casi, è necessario fermarlo e rimuoverlo. Se il cemento è un tumore, quindi, non dobbiamo solo fermarlo, ma rimuoverlo, e dunque rinaturalizzare: rinaturalizzare per migliorare la qualità dell’aria e di conseguenza la salute dei cittadini. Come Legambiente Treviso stiamo lavorando ad alcune proposte concrete e l’evento del prossimo 17 febbraio “Esploriamo le zone verdi. Passeggiata nelle zone umide tra fiume Botteniga e Piavesella”, organizzato in collaborazione con altre 11 associazioni, sarà l’occasione per portarle nuovamente all’attenzione della cittadinanza» concludono da Legambiente.

Le reazIoni

Alessandro Manera, vicesindaco e assessore all'Ambiente del Comune di Treviso, commenta così i dati del report di Legambiente: «L'emergenza ha raggiunto proporzioni tali da richiedere un intervento non solo del Governo, come chiesto dal sindaco Conte nei giorni scorsi, ma anche un'azione sinergica di livello europeo che detti normative e prenda provvedimenti concreti. L'area del Bacino Padano - aggiunge Manera - è da anni al centro delle problematiche legate all'inquinamento. Come amministrazione a Treviso continueremo a incentivare le nuove piantumazioni e la sostituzione delle caldaie ma l'aria non ha confini amministrativi. Il problema dello smog non è solo a Treviso ma in un'area molto più grande» chiude Manera. 

Sforamento dei limiti di Pm10, aria irrespirabile, rischio di patologie respiratorie. L’inquinamento atmosferico nella Pianura Padana e nella Marca è tema caldo di questo periodo e anche il Centro della Famiglia di Treviso. «Le famiglie sono molto preoccupate - spiega don Francesco Pesce, direttore del Centro della Famiglia - per la salute dei giovani e delle future generazioni ma anche per le persone anziane con patologie di varia natura e che spesso si spostano a piedi o in bicicletta. Infatti, i genitori di oggi si trovano spesso a dover gestire la crescita dei figli ma anche l’accudimento dei loro genitori. Diversi sono i nuclei familiari che hanno espresso tale inquietudine e apprensione. In molti sono preoccupati di far frequentare le lezioni di sport all’aperto o nel mandare i figli a scuola in bicicletta. Ma anche l’impossibilità di far godere di una giornata di sole a bambini e nonni è una sottrazione ai loro momenti di vita e serenità, oggi così fondamentali per le famiglie. Come la pandemia anche questa è un’emergenza che va affrontata per garantire la salute e una buona speranza di vita ai giovani di oggi e al contempo il rispetto dell’ambiente dove viviamo. Ma per farlo servono azioni ad alto livello, da Bruxelles e da Roma, ma anche una regia a livello regionale che non lasci soli i sindaci veneti e trevigiani alle prese con ordinanze sulle limitazioni al traffico a macchia di leopardo».

La senatrice veneta del Movimento 5 Stelle, Barbara Guidolin, aggiunge: «Secondo l'ultimo rapporto dell'Agenzia europea dell'ambiente, nel 2021 in Europa sono morte 253mila persone a causa delle polveri sottili. In Italia le morti per polveri sottili sono quasi 47mila. L'esposizione alle polveri sottili causa soprattutto cardiopatie, ischemie, diabete, patologie polmonari e asma. Eppure, nonostante nel corso degli ultimi giorni l'Arpav abbia diramato bollettini di massimo allarme per i livelli di Pm10 in Veneto (come del resto in molte altre zone del Paese), chi governa continua a far finta di niente. Il settore edilizio è responsabile di circa il 40% del consumo energetico globale e del 39% delle emissioni globali di CO2: nonostante questo le destre hanno affossato la più grande operazione di riqualificazione energetica degli edifici nel nostro Paese, che stavamo portando avanti con il Superbonus 110%, contravvenendo anche alle previsioni del Green Deal europeo. Il governo ha iniziato una inspiegabile crociata contro l'elettrificazione dei veicoli, con danni sia ambientali che industriali, e continua a immaginare un futuro di trivelle e nucleare. Nel frattempo anche l'ambiente rientrerà nel tritacarne dell'autonomia differenziata. Ma di questa strage silenziosa prodotta dall'inquinamento sembra non interessare a nessuno. Gente come Meloni e Zaia ci farà affogare nello smog, è ora di alzare la voce» conclude.

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