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Cronaca Conegliano

Perizia sulla tragedia in A28, l'auto di Sara e Jessica travolta a 180 km/h

Depositata dall'ingegner Pierluigi Zamuner la perizia cinematica sul terribile schianto che non lasciò scampo alle due cugine di Conegliano e Mareno di Piave, morte lo scorso 30 gennaio in un tragico incidente stradale

Viaggiava alla velocità folle di 180 km/h la Land Rover che lo scorso 30 gennaio, lungo l'autostrada A28, tra Villotta e Azzano Decimo, ha provocato l'incidente in cui hanno perso la vita Sara Rizzotto e Jessica Fragasso, le due cugine di 26 e 20 anni che si trovavano a bordo di una Fiat Panda che viaggiava in direzione di Conegliano. A travolgere l'utilitaria (andava a 90 km/h circa) è stato il fuoristrada guidato dall'imprenditore Dimitre Traykov, 61enne di origini bulgare che si trova attualmente domiciliari per i reati di omicidio stradale plurimo e omissione di soccorso. A bordo del mezzo in cui si trovavano le cugine c'erano anche le due bimbe di Sara (salve per miracolo e attualmente ospitate dal padre Devis a San Fior).

E' quanto è stato ricostruito dall'ingegner Pierluigi Zamuner, incaricato dalla Procura di Pordenone di stilare la perizia cinematica sul terribile schianto che non lasciò scampo a Sara e Jessica, le due cugine di Conegliano e Mareno di Piave che stavano facendo ritorno a casa dopo una giornata trascorsa a Caorle con i genitori di Jessica che viaggiavano a bordo di un'auto che seguiva, a breve distanza, la Panda delle vittime. Dopo l'incidente, avvenuto mentre Dimitre Traykov stava provando il fuoristrada in autostrada, l'imprenditore, assistito dall'avvocato Gianni Massanzana, è fuggito a piedi e ha poi raggiunto la sua abitazione dove è stato raggiunto dagli agenti della polizia stradale di Pordenone e arrestato. Il 61enne, sottoposto ad alcoltest, risultò positivo: per lui si aprirono le porte del carcere di Pordenone da cui uscì alcuni giorni dopo, dopo l'udienza di convalida del fermo, per essere posto ai domiciliari, con l'obbligo del braccialetto elettronico.

La perizia individua nel tamponamento e nel mancato rispetto della distanza di sicurezza le cause dell'incidente. Un sinistro in cui l'alterazione dall'alcool ha avuto un ruolo fondamentale, contribuendo a rendere annebbiati i riflessi del 61enne. In base alla testimonianze e a quanto ricostruito anche grazie ai rilievi della polstrada, non vi sarebbero addebiti nei confronti di Sara Rizzotto che si trovava al volante dell'auto tamponata dal fuoristrada. La cugina, Jessica, si trovava seduta esattamente dietro di lei, sul lato sinistro dell'utilitaria.

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