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Incidenti stradali Pieve del Grappa

Miriam, la lite con il fidanzato e la decisione di tornare a casa a piedi

La morte della 22enne, travolta dall'Audi guidata da un 23enne, in via Vittorio Veneto e Pieve del Grappa. Il padre e la madre risvegliati all'alba dalla terribile notizia. La ragazza lavorava come cameriera e barista e sognava di poter frequentare la facoltà di criminologia di Padova

C'è una lite furibonda con quello che era il suo fidanzato alla base della tragica morte di Miriam Ciobanu, la 22enne travolta e uccisa da un'auto, un'Audi guidata da un 23enne della zona, nella notte a Paderno di Pieve del Grappa, lungo via Vittorio Veneto. Cosa ci faceva la ragazza alle 4 del mattino lungo quella strada buia, senza illuminazione, e in cui le auto sfrecciano ad alta velocità? La domanda che si sono posti i carabinieri per ricostruire la dinamica della tragedia ha trovato ben presto risposta nelle parole della madre Adriana. «Miriam stanotte si trovava a casa del suo ragazzo e lui, dopo una litigata, ha deciso di cacciarla via»: ha detto addolorata. Secondo la mamma, la 22enne, consapevole dell'orario, ha preferito incamminarsi da sola verso casa, a Fonte anzichè svegliare e quindi allarmare lei o la sorella 18enne, Charlie (che studia all'università di Udine), a cui era peraltro legatissima. Miriam avrebbe tentato una telefonata al padre (con cui vive, a One') attorno alle 3 del mattino ma lui non si sarebbe svegliato: in precedenza i due si erano sentiti al telefono, verso le 23.40 e la ragazza lo aveva avvisato che avrebbe passato la notte fuori. Il giovane fidanzato, Tommaso Dal Bello, si è difeso dicendo di aver offerto alla 22enne di accompagnarla a casa, con l'auto del fratello ma che lei ha rifiutato a più riprese il suo aiuto.

E' stata una pattuglia dei carabinieri a dare la terribile notizia alla famiglia, alcune ore dopo la tragedia, quando la 22enne, trovata senza documenti, è stata identificata. Uno tra i primi ad apprendere la notizia è stato un ex fidanzato di Miriam, un giovane sempre residente nella zona. Miriam, grande appassionata di libri e viaggi, lavorava saltuariamente come barista e cameriera nel locale del compagno della madre Adriana, Michele (al bar "Da Miki" a Fietta) ma sognava di partecipare al test d'ingresso per entrare nella facoltà di criminologia a Padova. Un sogno infranto troppo presto da un destino crudele.

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