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Cronaca Mogliano Veneto

Accoltellò 23 volte Marta Novello: decisa integrazione della perizia psichiatrica

Venerdì 10 novembre il processo d'Appello "bis" nei confronti del ragazzo che il 22 marzo del 2021 aggredì Marta Novello in una strada di campagna a Mogliano Veneto. Giudici chiamati a pronunciarsi sui fatti dopo che gli Ermellini avevano cassato la precendente sentenza nel processo di secondo grado per carente motivazione

Una integrazione della perizia psichiatrica che lo aveva definito come affetto da un vizio parziale di mente. E' quello che oggi, 10 novembre, hanno deciso i giudici della Corte di Appello di Venezia chiamati al processo "bis" nei confronti del giovane, minorenne al tempo dei fatti ma che ha compiuto 18 anni proprio l'altro ieri, che la sera del 22 marzo 2021, lungo via Marignana a Mogliano Veneto, aggredì Marta Novello colpendola con 23 coltellate. L'udienza in cui il consulente del giudice presenterà la propria consulenza è stata fissata al 9 febbraio del 2024.

Marta Novello era stata aggredita mentre stava facendo jogging nei pressi dell’agriturismo Al Vecio Muraro. Il ragazzo, allora poco più che 15enne, sarebbe uscito di casa con l'intento di compiere una rapina per procurarsi, aveva detto, il denaro che gli serviva per acquistare dello stupefacente ma in seguito aveva ritratto quella versione. Raggiunta la giovane in bicicletta l'avrebbe trascinata in un fossato ai lati della strada. A quel punto tra i due sarebbe nata una colluttazione durante la quale la giovane fu accoltellata con 23 fendenti, di cui alcuni ai polmoni che la ridussero in fin di vita e la costrinsero a sottoporsi a svariati interventi chirurgici. In primo grado il ragazzo, che attualmente si trova a Londra con la madre, località raggiunta grazie ad un errore nella notifica di trasferimento dal carcere minorile di Napoli ad un comunità, era stato condannato a 6 anni e 8 mesi, ridotti a 5 anni dai giudici veneziani per effetto della giovane età.

La perizia psichiatrica condotta da Giovanni Battista Camerini, neuropsichiatra infantile padovano, aveva detto che il ragazzo sarebbe stato affetto da un vizio mentale parziale che non gli avrebbe permesso di discernere tra bene e male. Ma la Corte di Cassazione aveva cassato la sentenza sulla base di motivazioni carenti: nella sostanza non sarebbe stato ben spiegato come questo "vizio" fosse in relazione con una sua marcata immaturità. Il difensore, l'avvocato Matteo Scussat, da parte sua, aveva fatto ricorso alla Suprema Corte in quanto la consulenza deporrebbe per un vizio di mente assoluto e quindi per la non punibilità del suo assistito. All'udienza, nel corso della quale è stata la stessa Procura generale a chiedere che venisse approfondita la perizia, avrebbe voluto partecipare anche il padre della Novello, assistito dall'avvocato di famiglia Alberto Barbaro. Ma trattandosi di un processo in abbreviato che viene discusso in camera di consiglio e che non è possibile la costituzione di parte civile trattandosi di un procedimento a carico di minori, l'uomo è stato fatto allontanare dall'aula su richiesta del difensore.

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