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Cronaca

Numero anti suicidi per crisi, già 755 chiamate in soli tre mesi

La Regione Veneto finanzierà ancora il progetto inoltre, il numero verde per sostenere chi, scivolato nell'abisso della crisi economica, ha bisogno di aiuto

La Giunta regionale del Veneto ha deciso il rifinanziamento per 91.000 euro, che garantiranno la copertura fino a fine anno, del progetto 'Inoltre', il numero verde messo a disposizione per fronteggiare l'emergenza suicidi legati alla crisi.

''Sono i numeri - ha spiegato il presidente Luca Zaia - a testimoniare la bontà dell'iniziativa: dal 30 giugno a oggi sono state ricevute 755 chiamate, di cui 422 sono state seguite da una presa in carico diretta e 181 gestite dai servizi territoriali. Con questo sportello, insomma, abbiamo preso coscienza dell'immane tragedia che, tra disoccupazione, mobilità e cassa integrazione, sta vivendo il Veneto. Le persone vengono subito prese in carico da uno psicologo, e non finirò mai di ringraziare gli operatori, per passare poi alla disamina del problema al fine di indirizzarlo verso misure ufficiali e istituzionali o verso un mecenate, fino al prete del paese''.

''Nato come progetto sperimentale - ha annunciato -, verrà in futuro trasformato in qualcosa di organico all'interno di ogni Ulss, diventando quasi una sorta di 118, perché penso che sia un sistema per stare vicino ai cittadini''. ''Molti di coloro che chiamano - ha detto - non dicono nulla ai familiari e chiedono di incontrare gli operatori al di fuori di un ospedale: è per questo che penso sia quasi un miracolo riuscire a intercettare queste persone in difficoltà, dando loro la possibilità di essere ascoltati. L'identikit-tipo di chi chiama: piccoli e medi imprenditori che, a causa della crisi, dalla sera alla mattina si trovano di fronte a condizioni economiche radicalmente mutate, in difficoltà con le banche per l'accesso al credito (tant'è che spesso interveniamo con Veneto Sviluppo), in difficoltà con i lavoratori per giustificare scelte aziendali importanti come un licenziamento, perché, per i nostri imprenditori, il fallimento resta un fatto prima di tutto di decoro''.

Ha infine ricordato come molti imprenditori, senza farsi pubblicità, stanno dando una mano per cercare di risolvere alcune situazioni. ''C'è un caso - ha portato ad esempio - in cui un'impresa, solo per fare un'opera di bene, ha assunto un 63enne fallito e disperato. E' quello che in Veneto, dove uno su cinque fa volontariato, si è sempre fatto: c'è un welfare nostrano, territoriale, un grande segnale di civiltà del quale ringrazio tutti i volontari che lo implementano, che sta rispondendo alla mancanza dell'arrivo di aiuti nazionali''.

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