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Cronaca Pederobba

Travolto e ucciso in scooter, la madre dell'investitrice: «Porterà per sempre la ferita nel cuore»

Lettera aperta di Chiara Faccio, madre di Federica Monterisi, la 23enne alla guida dell'auto che domenica scorsa si è scontrata in Valcavasia con il mezzo guidato da Mario Bittante, 64 anni, morto sul colpo, e con in sella la moglie Maria Cristina che lunedì si è risvegliata e ha riconosciuto i figli Gianluca e Cristiano

Sono in netto miglioramento le condizioni di Maria Cristina Dalle Fratte, la 58enne rimasta gravemente ferita nell'incidente che domenica pomeriggio, a Pederobba, in Valcavasia, è costato la vita al marito, Mario Bittante, 64 anni. Ieri, lunedì 23 agosto, la donna che ha perso una gamba nello schianto (molto critiche anche le condizioni dell'altra gamba e di un braccio), si è risvegliata e ha riconosciuto i figli Gianluca e Cristiano. Un raggio di sole in una vicenda tragica, uno dei tanti, troppi, incidenti mortali sulle strade della Marca in un mese di agosto terribile. L'automobilista 23enne che ha provocato l'incidente (forse per un colpo di sonno o un malore), una ragazza originaria di Bassano del Grappa ma residente nel bellunese, è stata iscritta nel registro degli indagati per omicidio stradale. La madre ha inviato alla redazione di Trevisotoday una commossa lettera in cui ricostruisce quanto avvenuto domenica pomeriggio e chiede scusa alla famiglia di Mario Bittante.

La lettera alla famiglia di Mario Bittante

Chiedo umilmente perdono alla famiglia del signor Mario Bittante. Sono la mamma di Federica, la ragazza responsabile dell'incidente che ha causato la morte del signor Mario: lo so che non serve a nulla chiedere perdono, questo non può far tornare indietro il tempo ma è l unica cosa che posso fare in questo momento. Federica è uscita di casa sabato, seguita dalle solite raccomandazioni che fanno le mamme quando vedono i figli uscire di casa: Federica ti raccomando non correre con la macchina
vai piano e torna a casa presto, ti raccomando non bere, quello che può fare una mamma sono solo le raccomandazioni. Le telefonate di notte ogni due ore chiedendo dove sei e quanto ti manca per tornare a casa sono inutili quando ti senti rispondere «si si si si». Tutto facile per loro figli che ci lasciano a casa con la pena nel cuore, poi arriva una telefonata da un numero sconosciuto dove dall altra parte del telefono c'è una voce che dice: «Signora sono qua con sua figlia, ha fatto un invidente ma non è nulla di grave, sua figlia sta bene». Me la faccio passare, parlo con lei e lei piangendo mi dice: «Mamma perdonami, ho fatto un incidente». Mi faccio ripassare la signora e chiedo della macchina, la signora mi dice che si è appena rotta la ruota della parte della guida. Non chiedo se ci sono feriti perche mia figlia mi dice: «Mamma mi ha attraversato la strada un animale». Chiamo un taxi e mi faccio accompagnare sul posto dove trovo davanti ai miei occhi un disastro: non so quante auto dei carabinieri, carabinieri ovunque, camion e auto dei pompieri, auto e moto in fila, tutti in silenzio.

Mi avvicino sul luogo facendo 100 metri a piedi, trovo mia figlia nell aubulanza con l'ossigeno, completamente sotto shock ma comunque sia non sono riuscita piangendo a trattenere la rabbia. Mi fanno scendere dall ambulanza perché in quel momento non ero utile per nessuno, cerco di capire cosa era successo e vedo la mia macchina giù nella scarpata completamente distrutta
mi avvicino ai carabinieri presentandomi dove mi comunicano il decesso del signor Mario e quello che è successo alla moglie.

Da quel momento tutto cambia, cambia la situazione di una famiglia che vede uscire di casa i propri congiunti per una domenica in montagna senza vederli ritornare e cambia la situazione dall'altra parte per una famiglia con una figlia 23enne che decide di uscire di casa per un normale sabato sera. Sono, è vero, solo una mamma impotente in questa situazione pensando di avere molto coraggio ma che in questo momento si ritrova in ginocchio con le lacrime agli occhi senza avere la forza di poter conoscere i familiari delle vittime. Non si dimenticherà mai questo episodio di vita, porterà per sempre la ferita nel cuore. Motivo dello sbandamento di mia figlia è stato un colpo di sonno che le ha impedito di rendersi conto di quanto accaduto in quel momento.

Non pretendo il perdono da parte vostra con questo scritto perché capisco quello che state provando. Il vostro Mario non tornerà più con voi, mia figlia invece è vicino a me. Da mamma vi dico che non perdonerò mai la irresponsabilita di mia figlia: non la sto certo giustificando ma voglio solo comunicare che anch'io vi sono vicina comprendendo il vostro dolore.

Chiara Faccio

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