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Cronaca San Biagio di Callalta

Schianto a San Biagio, la perizia: «L'incidente non è stato volontario»

Il consulente della Procura smonta la versione della donna, seduta sul lato passeggero, che aveva accusato il 35enne di aver intenzionalmente colpito l'auto che proveniva in direzione opposta

La perizia diposta dalla Procura smonta la versione dell'incidente accaduto non per sbaglio ma "scatenato" apposta. E' questa la novità nel caso del sinistro, accaduto sabato 14 novembre,  quando un 35enne, sfrecciando veloce lungo la strada regionale 53, all'incrocio con Via Prati, si è scontrato frontalmente, e si sospetta in maniera volontaria,  con un altro auto. All'interno dell'abitacolo sarebbe andata in scena una accesa discussione fra l'uomo e una 34enne, con cui al tempo aveva una relazione sentimentale,ingigantita dall'alcol che il guidatore ha assunto. Poi all'improvviso lo schianto con una macchina proveniente in direzione opposta. Una volta ripresasi dopo lo scontro, che l'avrebbe fatta svenire per qualche minuto, la donna punta il dito contro il 35enne: «L'ha fatto apposta» dice ai soccorritori, che intervengono sul posto per quanto l'incidente, fortunatamente, abbia provocato solo ferite lievi alle quattro persone che erano a bordo dei tre mezzi coinvolti.

Il fatto ha però attirato le attenzioni del sostituto procuratore Anna Andreatta, che vuole andare a fondo della vicenda. Ma la perizia disposta dal pubblico ministero sembrerebbe smontare la versione della 34enne. «In effetti - spiega l'ingegner Pierluigi Zamuner - la macchina con a bordo il 35enne si porta a sinistra a seguito di una sterzata, invadendo la carreggiata opposta. Ma l'uomo non ha invaso completamente il contromano. Se il suo intento fosse stato quello di urtare frontalmente l'altra auto avrebbe accentuato l'invasione. Invece si è tenuto a cavallo della linea di mezzeria, cercando di conservare lo spazio laterale minimo che gli avrebbe permesso di effettuare il sorpasso».

«Si può quindi affermare - conclude il perito della Procura - che il sinistro è stato generato da un imprudente manovra da parte del 35enne, che ha valutato male la posizione e la distanza dei veicoli coinvolti. L'impatto, avvenuto ad una velocità doppio rispetto al limite a 50 chilometri l'ora, è stato condizionato dallo stato alcolico del guidatore, che ha reso meno agevole la manovra». Ora spetta al pubblico ministero Andreatta scegliere se chiudere le indagini con una imputazioni per lesioni colpose o se invece credere alla 34enne e indagare il 35enne, difeso dall'avvocato Davide Favotto, che ovviamente respinge in maniera energica tutte le accuse che gli vengono rivolte dalla ex, per il più grave reato di tentato omicidio volontario.

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