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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Permessi falsi a immigrati: arrestati ragioniere, dipendente e imprenditore

Tre persone sono state arrestate al termine di un'indagine riguardante falsi permessi di soggiorno venduti a immigrati irregolari. La mente del sistema sarebbe il ragioniere di uno studio trevigiano

Procuravano falsi permessi a immigrati irregolari, dietro pagamento di somme di denaro. Per questo un ragioniere 46enne di Sarmede, un suo collaboratore 34enne di Treviso e un ex imprenditore pugliese sono finiti in manette.

A scoprire le macchinazioni di uno studio professionale del capoluogo è stata la Squadra mobile di Treviso. Le indagini erano partite nel 2011, in seguito alle segnalazioni fatte dall'Ufficio immigrazione della Questura, insospettito dall'alto numero di documenti trattati dallo studio professionale in questione.

Secondo quanto emerso, lo studio avrebbe istruito centinaia di pratiche ad hoc che consentivano agli immigrati con il permesso di soggiorno scaduto o in attesa di rinnovo di rimanere in Italia grazie all'assunzione fittizia di ditte fallite, inesistenti o intestate ad altri stranieri.

I documenti, all'apparenza, erano perfetti, ma un attento esame e l'incrocio di dati forniti da vari enti hanno fatto emergere incongruenze e irregolarità: false fatturazioni intestate a ditte fantasma, cessate o fallite, pagamenti all'Inps privi di corrispondenza, buste paga mensili intestate a operai che avevano lavorato solo qualche giorno.

Secondo la Polizia di Stato si tratta di pratiche studiate a tavolino dalla regia esperta del ragioniere, titolare dello studio e già arrestato in passato dalla Squadra mobile di Belluno. Di qui i provvedimenti restrittivi emessi dal gip di Treviso, Valeria Sanzari, su richiesta del pm Umberto Donà e le perquisizioni dell'ufficio del ragioniere, delle abitazioni dei tre indagati, dove sono stati sequestrati computer e documenti, e di tre ditte intestate ad imprenditori stranieri e coinvolte nell'inchiesta.

Nei confronti degli imprenditori stranieri sono in corso accertamenti per approfondire la loro responsabilità.

Il Questore Carmine Damiano si è complimentato con i suoi uomini per l'esito delle indagini, "frutto - ha detto - della sinergia tra gli uffici della Questura i quali, ognuno per la propria competenza, hanno saputo far emergere una situazione irregolare che fortunatamente non coinvolge la maggioranza degli stranieri che lavorano nella Marca trevigiana".

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