rotate-mobile
Cronaca Trevignano

Traffico di doping: «Non immaginavo che il reato potesse essere tanto grave»

Pietro Munisteri, 35 anni, finito in manette venerdì scorso e la madre, la bidella 60enne Anna Maria Taormina, residente a Trevignano, ora ai domiciliari, hanno risposto al gip Mascolo nel corso dell'interrogatorio di garanzia svoltosi oggi, lunedì 8 novembre

Lui ha detto che «non immaginava che il reato potesse avere conseguenze penali» mentre la madre ha sostenuto che era «convinta che si trattasse di banali integratori e che non vi fosse nulla di illegale». Hanno parlato Pietro Munisteri, personale trainer agrigentino di 35 anni, finito in manette venerdì scorso e portato nel carcere di Gela, e la madre, la bidella 60enne Anna Maria Taormina, residente a Trevignano, ora ai domiciliari, accusati di tenere le fila di un ricco traffico di sostanze dopanti con cui rifornivano decine di body builder in tutta Italia e di una decina di palestre della provincia di Treviso. Lo hanno fatto nel corso dell'interrogatorio di garanzia cui sono stati sottoposti questa mattina, lunedì 8 novembre, e che si è svolto di fronte al gip Angelo Mascolo. Assistititi dal loro legale, l'avvocato siciliano Giuseppe Vinciguerra, i due hanno provato a chiarire la loro posizione, facendo delle parziali ammissioni.

Munisteri, che risulta formalmente disoccupato e che è un percettore del reddito di cittadinanza, ha detto che non immaginava la gravità del mercato che aveva messo in piedi. La madre invece riteneva che le sostanza fossero lecite; dopo la perquisizione che i due hanno subito in casa loro un anno fa, la donna avrebbe però discusso con il figlio a riguardo delle confezioni (su cui sopra venivano stampate etichette false da una tipografia del trevigiano i cui titolari, padre e figlia, sono stati denunciati a piede libero) e all'ammissione del 35enne sulla loro provenienza illecita avrebbe deciso di sbatterlo fuori dal'abitazione. Il difensore ha chiesto la revoca dei domiciliari per Anna Maria Taormina e la misura dei domiciliari per Pietro Munisteri. Il gip scioglierà la riserva domani.

Nella vicenda è entrata anche Valentina Alessi Battaglini, 45enne di origini messinesi, indagata per somministrazione di medicinali in modo pericoloso, titolare della farmacia di Castagnole di Paese. Secondo le ipotesi degli inquirenti i canali di approviggionamento delle sostanze erano sostanzialmente due: acquisti on line dall'estero con carte prepagate (da Grecia, Bulgaria, Romania e Ucraina) e ritiro di prodotti in diverse farmacie della Marca attraverso ricette false che erano state confezionate e stampate grazie alla tipografia.

In questo modo sostanze acquistate "regolarmente" in farmacia a pochi euro venivano rivendute, a body builder e sportivi, anche ad un valore venti volte superiore. La farmacia di Castagnole sarebbe stata  una delle più gettonate per usare le ricette false. In particolare, di uno specifico farmaco anabolizzante è risultato che su 900 confezioni acquistate ben 300 erano state cedute con le prescrizioni fasulle e delle restanti 600 non c'era traccia, facendo sospettare la possibile vendita "sottobanco" delle stesse

Munsteri avrebbe gestito un giro d'affari di almeno 100 mila euro l'anno. A chi gli chiedeva di entrare nel giro lui rispondeva che da 17 anni era nel mondo sommerso delle palestre e che gestiva almeno 700 clienti. 
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Traffico di doping: «Non immaginavo che il reato potesse essere tanto grave»

TrevisoToday è in caricamento