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Cronaca

Gay pride, associazioni divise: Lgbte si smarca e niente patrocinio del Comune

Il coordinamento che unisce lesbiche, gay, bisessuali, transgender eterosessuali ha ufficialmente spiegato di non aver partecipato all'organizzazione, legata invece principalmente ai centri sociali, in netta contrapposizione al Comune. Ca' Sugana era totalmente all'oscuro

Nessun appoggio da parte del coordinamento Lgbte di Treviso (riunisce lesbiche, gay, bisessuali e trangender eterosessuali), realtà lasciata completamente all'oscuro dall'organizzazione, e nessun patrocinio del Comune che vede nell'associazione l'unico interlocutore per l'organizzazione di questo tipo di eventi. Insomma il gay pride 2022 che dovrebbe svolgersi il prossimo 23 luglio a Treviso nasce già "azzoppato" e la stessa Ca' Sugana, almeno fino a lunedì mattina, è stata lasciata completamente all'oscuro. Antonio Monda, protagonista dell'organizzazione dei Treviso pride del 2016 e 2019, ha subito smarcato dall'evento il Coordinamento Lbte, non condividendo i modi e soprattutto l'aperta contrapposizione con Ca' Sugana degli organizzatori che non hanno fatto mistero di non voler dialogare con l'amministrazione. Dal canto suo il sindaco di Treviso, Mario Conte, ha puntato il dito contro i centri sociali, in particolare il Django, colpevoli a suo dire di voler sfruttare un tema così delicato per un attacco al Comune. Il gay pride dovrebbe svolgersi nel pomeriggio del 23 luglio e prevede un corteo che dovrebbe svilupparsi tra le vie del centro storico fino a piazza Santa Maria dei Battuti dove il programma prevede interventi e musica trash.

La replica dei centri sociali

«Vogliamo un pride dal basso, libero e di provincia». Il Cso Django di Treviso non ha tardato a chiarire la sua posizione sul "caso pride" scoppiato in città in queste ore.

«Il comune non ha concesso un patrocinio che non abbiamo mai voluto né chiesto - spiegano dal centro sociale -. Strano che il sindaco Conte non sapesse nulla di una manifestazione di cui è stata fatta comunicazione il 21 giugno. Sempre il sindaco ha ritenuto rilevante affermare il suo dissenso. Si sa già bene la posizione di questa amministrazione, visto che già nel 2017 aveva deciso di uscire dalla rete Re.A.Dy vaneggiando qualcosa sulle teorie gender. Non attendevamo di certo il permesso dal Comune. Chissà se il Coordinamento Lgbte questo dettaglio se lo ricorda. E chissà se si ricordano che a loro, che lo avevano richiesto, il patrocinio non era stato dato.

Il coordinamento Lgbte si dissocia per le modalità organizzative - continuano dal Cso Django -. Peccato che, contattat_ il direttivo ancor prima di lanciare il pride per costruirlo assieme, ci è stato risposto che non avevano le forze per starci dietro. Peccato che il loro direttivo si è dimenticato di avvertire le realtà che lo compongono (bella coordinazione) . Peccato che queste divergenze potevano comunicarcele direttamente, le assemblee sono aperte. Ne abbiamo addirittura lanciata una pubblica a cui non serviva un invito ad personam. Sarà un problema di protagonismo o una questione di facciata? Suvvia, almeno la decenza di dire la verità. Ci viene detto che i pride sono una cosa "seria". Noi rispondiamo che i pride sono una questione politica. Non sono un marchio per aziende che sfruttano lə lavoratorə. Non sono uno strumento per imbonirsi amministrazioni comunali ostili, non sono un palchetto per soddisfare il proprio ego. Il pride è visibilità e rivolta per lə ultimə, per denunciare tutte le aggressioni omolesbobiatransfobiche e i femminicidi che avvengono nel nostro paese. Un paese che ha applaudito all'affossamento del Ddl Zan. Appuntamento in piazza il 23 luglio per far vedere la nostra».

Benzina sul fuoco

Alle parole del Cso Django ha risposto a stretto giro il consigliere comunale Davide Visentin, commentando: «Il centro sociale è riuscito ancora una volta a creare un corto circuito: il coordinamento Lgbte si è schierato contro il Gay Pride di Treviso e non parteciperà il 23 luglio a questo evento che già si può considerare una pagliacciata, organizzata dalle solite inutili sigle - scrive Visentin su Facebook -. Preparate glitter buoni, vestiti indecorosi e cattive intenzioni, il messaggio degli organizzatori dell'evento. Se sono queste le premesse si deve vigilare affinchè il decoro sia rispettato, ma siccome so già che così non sarà, mi aspetto provvedimenti - conclude il consigliere comunale -. Treviso ed i trevigiani vanno rispettati. Quel giorno i bambini portateli in spiaggia, non in centro a vedere scene indecorose. Intanto i commercianti ringraziano...».

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