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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica Zero Branco

Zero Branco: bloccato impianto di trattamento rifiuti

Il Consiglio di Stato ha dichiarato la delibera che autorizzava la realizzazione dell'impianto per il trattamento di rifiuti speciali. Soddisfatto l'europarlamentare Zanoni

È stato bloccato un imponente impianto di trattamento di rifiuti speciali di una ditta di Zero Branco. Il Consiglio di Stato, infatti, ha dichiarato illegittima la delibera della Giunta regionale del 26 gennaio 2010 che autorizzava l’opera.

La sentenza è arrivata in risposta al ricorso in appello presentato dal Comune di Zero Branco contro quella del 5 novembre 2010 della terza sezione del Tar del Veneto, avversa al Comune.

È soddisfatto Andrea Zanoni, europarlamentare dell’Italia dei Valori, che in veste di presidente di Paeseambiente da tempo si stava battendo per scongiurare la realizzazione di questo impianto: “Finalmente è fatta giustizia, ora però ci troviamo con dei capannoni industriali del tutto abusivi alti nove metri, con una superficie di circa seimila metri quadrati, realizzati tra l'altro nel cuore della campagna dedita alla produzione tipica del radicchio rosso di Treviso IGP”.  

Secondo la sentenza, la Regione ha violato norme statali approvate in attuazione delle direttive europee sui rifiuti, sui rifiuti pericolosi e sugli imballaggi. In particolare, il Consiglio di Stato ha evidenziato l'illegittimità del parere positivo della commissione regionale di Valutazione di Impatto Ambientale.

“Mi appello al sindaco di Zero Branco affinché provveda a far valere da subito gli effetti della sentenza emettendo immediatamente una ordinanza di demolizione di questi capannoni abusivi costruiti dalla ditta a cui dovrà essere imputato il conto per le opere di demolizione e smaltimento dei materiali di risulta”, ha chiesto Zanoni.

“Sono anche dell’avviso – ha proseguito Zanoni – che alla ditta vadano chiesti i danni ambientali per il deturpamento del territorio dovuto alla realizzazione di imponenti opere edili in aperta campagna. Faccio inoltre un appello alla magistratura trevigiana affinché apra un fascicolo nei confronti della Regione del Veneto che per ben due volte ha dato illegittimamente l'autorizzazione alla ditta”.

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