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«Zaia ha battuto un zombie, non è meno spregiudicato di Salvini»

L'opinione di Mattia Santori, leader del movimento delle Sardine, che commenta l'esito plebiscitario delle elezioni in Veneto. E Crisati continua la telenovela con il governatore: «Quello che è successo con Zaia è che a un certo punto si è intestato tutto il merito delle azioni messe in campo contro l'emergenza coronavirus»

«Che Salvini fosse bollito lo diciamo da novembre 2019, Zaia ha battuto uno zombie, ma il governatore veneto non è meno spregiudicato dell'ex ministro dell'Interno». Il leader delle Sardine, Mattia Santori, intervistato dall'AdnKronos, inquadra così il voto delle scorse regionali, guardando in particolare a quanto avvenuto in Toscana e Veneto. Santori guarda avanti: «Sulla Toscana ci sarebbe tanto da analizzare, quando ti muovi sul campo, e noi lo abbiamo fatto, percepisci chi ci sta davvero mettendo anima e cuore e chi invece perde tempo a parlare di nomi, seggi e strategie elettorali».

«La Toscana  rischia di finire come le Marche, dove per troppo tempo si è smesso di rinnovare e si è data per certa la fiducia degli elettori. Per fortuna ci sono buoni punti da cui ripartire, come l'elezione di Iacopo Melio, che rappresenta una rottura vincente»: aggiunge il bolognese, riferendosi al giovane consigliere, scrittore e attivista per le battaglie sui diritti umani che ha raccolto oltre 11mila preferenze a Firenze.

Poi il leader del movimento, nato nel novembre del 2019  in Emilia Romagna, risponde a una domanda sul dualismo, in Lega, tra  Luca Zaia, che in Veneto si afferma con consenso plebiscitario e  Matteo Salvini: «Zaia batte uno zombie -dice subito Santori- Salvini a furia di girare l'Italia promettendo 'prima voi'  ha fatto venire il dubbio a chi pensava veramente di essere il primo. Ma Zaia non è meglio di Salvini, è più intelligente e più credibile ma ugualmente spregiudicato nel manipolare il consenso. Si è saputo difendere bene e, purtroppo, Lorenzoni non ha avuto sostegno da chi lo ha candidato».

«Luca Zaia non è un nemico per me, io l'ho solo contraddetto. E chi contraddice vale più di un amico. Ma forse in Italia non si è abituati a vedere questo tipo di cose. Il mio augurio per il suo nuovo mandato alla presidenza della Regione Veneto? Che ascolti chi non è d'accordo con lui, perché probabilmente è più disinteressato degli altri». Risponde da Londra il virologo dell'università di Padova Andrea Crisanti. E non evita le domande sul continuo botta e risposta con Zaia. L'ultima replica è quella del presidente della Regione fresco di un successo elettorale da record: «Crisanti? Non commento, si commenta da sé»: ha risposto ieri il governatore dopo che, in un'intervista a 'La Stampa', Crisanti aveva puntualizzato che "se non fosse stato per me", nella gestione di Covid-19 "Zaia avrebbe combinato un disastro".

«E' diventata una specie di telenovela di cui si nutrono tutti - dice Crisanti all'Adnkronos Salute - Ma io non ho mai lesinato neanche parole positive per il governatore e sono fatto così. Le mie parole erano scherzose e provocatorie, ma con un grosso elemento di verità. Non volevo generare un dibattito politico. E Zaia fa bene a non commentare». Di chi è il merito della gestione dell'epidemia in Veneto? «Sfido a tirare fuori le carte -chiude la questione il virologo- Con Zaia non ci siamo sentiti dopo il risultato delle urne. Sono qui a Londra da mia moglie. Sono partito dopo aver votato». Per Zaia? «Il voto è segreto»: sorride.

Quanto al suo rapporto con la politica, Crisanti precisa: «Ho solo detto che non sono di destra e non è un mistero per nessuno. Il fatto che non abbia delle idee allineate con chi governa in Regione va a mio credito. Penso di aver servito il Veneto con lealtà e senso delle istituzioni indipendentemente dalle mie idee politiche. Per me c'è sempre stata solo la causa di sanità pubblica. E ne sono contento. La Regione poteva essere di qualsiasi colore, mi interessava esclusivamente la salute dei cittadini. Il mio impegno è stato leale, non aveva nessun secondo fine di carattere politico. E il fatto che il mio contributo abbia potuto tradursi in un aumento di popolarità per Zaia certo non mi interessava».

Di proposte dalla politica Crisanti conferma di  averne ricevute. «Sono arrivate dall'area di centrosinistra ma  coerentemente con la mia posizione iniziale ho detto che ritenevo la  mia competenza più utile sul campo. Quando sarò in pensione, fra 5  anni, ci penserò. Penserò a fare altre cose. Si può fare politica in diversi modi. Anche con l'impegno sociale. Poi a seconda degli impegni e delle situazioni uno cambia anche il modo». Il virologo si dice «del tutto intenzionato a rimanere in Italia, pur avendo ricevuto diverse proposte dall'estero». Quanto ai rapporti con  la Regione. «Faccio parte del Comitato tecnico scientifico del Veneto e se mi chiedono qualcosa rispondo. La mia collaborazione non ha mai avuto nessuna valenza di carattere politico -assicura- né di  sudditanza psicologica e gerarchica. Il resto non conta adesso. Ripeto: quello che è  successo con Zaia è che a un certo punto si è intestato tutto il  merito delle azioni messe in campo contro l'emergenza coronavirus. Io ho detto la mia. Forse è circondato da persone che dicono sempre di sì e non si aspettava una che dice no. Se avessi fatto finta di non sentire, sarebbe magari andata diversamente, oggi saremmo in buoni  rapporti. Ma la libertà e la dignità non hanno prezzo».

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