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Unica donna in Italia: costruisce fisarmoniche nella sua bottega di Treviso

Artigiane che hanno saputo superare le diffidenze e le difficoltà e hanno coronato il loro sogno. Francesca realizza interamente a mano strumenti musicali pregiati

Intraprendenti, determinati e con una passione per l'artigianato e la manifattura. È l'identikit dell'esercito delle 6.800 le donne trevigiane che mandano avanti un'impresa (titolari, socie e collaboratrici). Un esercito che conta a livello regionale 36.970 donne che rappresentano il 21,7% del totale degli imprenditori artigiani.

Unica a produrre fisarmoniche

Francesca Gallo  è l'unica donna in Italia a realizzare interamente a mano i pregiati strumenti composti da due casse di legno unite da un mantice. Dalla scelta dell'albero (in genere da frutto) all'armonizzazione, tutto passa per le sue mani e la sua sensibilità e ogni pezzo è unico, costruito su misura per il musicista a cui è destinato.

Alle porte della città sorge questa attività che lega la contemporaneità di un “laboratorio artistico” con la sapiente arte del passato.

A portare avanti una professione altrimenti scomparsa è la quarantenne Francesca, la sua bottega a Treviso, di stampo quasi rinascimentale, è diventata un progetto filosofico e di vita.

Francesca analizza le vecchie scritture dei costruttori di strumenti musicali e le collega allo studio degli alberi, dei pianeti, delle lune. Nel suo atelier s'incontrano pittori e scultori, attori e musicisti, letterati e artisti, c'è un flusso continuo.

 “ Tutto  iniziato con mio padre Luciano Gallo che, fisarmonicista sin da bambino e poi falegname e arredatore di antiquariato, alla fine degli anni Settanta da avviare a produrre i primi strumenti a Preganziol (Treviso)” , racconta.

Luciano pian piano seppe raggiungere un’autonomia di costruzione quasi totale e forgiò il marchio Galliano, dato dalla fusione del suo cognome e nome (ironia della sorte, Galliano è anche il cognome di Richard, il fisarmonicista oggi più conosciuto al mondo), al quale diversi anni più tardi si aggiunse il prestigioso marchio Ploner, donato dall’ultimo esponente della famiglia triestina di costruttori di fisarmoniche più antica d’Italia, dopo una lunga ricerca dell’artigiano che fosse loro più affine, per evitare l’estinzione del nome.

Francesca fa un lavoro particolarissimo, in un ambito che è quasi esclusivamente maschile: il mestiere richiede ore e ore di impegno, minuzia e una smisurata passione. “Quello che mi ha motivata a intraprendere questa strada e che giorno dopo giorno mi fa proseguire con determinazione è la bellezza del mio lavoro: l’avere tra le mani un anonimo pezzo di legno un giorno e il successivo già qualcos’altro, essere artefice di un’evoluzione continua che porta alla nascita della fisarmonica”, spiega. 

Ciò che mi aiuta molto è l’essere anche musicista, sono la prima a testare il nuovo strumento e mi trasformo così in giudice severo del mio operato: mi metto dall’altra parte e devo convincere me stessa di aver fatto un buon lavoro”.

Le nostre fisarmoniche Galliano Ploner oggi raggiungono tutti i palchi del mondo: una delle ultime costruite ha fatto parte dell’orchestra del Festival di Sanremo“, conclude orgogliosa Francesca.

" Quando stavo pomeriggi interi a guardare mio padre a costruire fisarmoniche…
O quando ascoltavo musicisti suonare ore e ore al caldo della stufa a legna...
O ancora quando bambina discutevo con i grandi, di musica...
O in silenzio a cercare un nome per spiegare quella magia che emanava dagli strumenti che avevo visto nascere...
Mai avrei creduto di avere il coraggio di fondare una bottega di artigianato artistico unica in Italia
Ma è bello così..
Fare ciò che mai avremmo pensato di fare, tanto per stupirci come bambini... "

Belle storie artigiane

Alyna, ucraina di Leopoli, ora titolare della bottega per la creazione di lampade A.L.Doge. Diciassette anni fa decide di lasciare l’Ucraina e affida la sua bimba di otto alla nonna per trasferirsi in Italia. Poche cose, molte speranze racchiuse in quel viaggio in pullman lungo trenta ore che la porterà a Napoli, poi a Potenza. Una vera e propria tratta: all’alba lavora nelle piantagioni di pomodoro, poi la colf e la badante di notte. Seguendo alcune amiche arriva a Treviso conosce la famiglia Chies, la signora Mariuccia capisce subito l’indole e l’abilità della ragazza e la invita in laboratorio per insegnarle il lavoro. A.l.Doge è un laboratorio di trentennale esperienza e decisamente avviato e quando Mariuccia si ammala, Alyna rileva il negozio. In tutti questi anni è riuscita a passare solo qualche estate con la figlia, che nel frattempo si è laureata ed è diventata a sua volta mamma, ma con un buon lavoro, lì a Leopoli. Ora Alyna rifornisce con le sue lampade i migliori hotel veneziani.

Nonna Maria. Nonna Maria Martini, titolare dell’omonima azienda specializzata nel rimaglio, ovvero nella confezione seguendo i punti della maglia, alla corte di Dior e Chanel. Da ragazza Maria è intraprendente e lavora nel tessile, ma quando arrivano i due figli decide di dedicarsi alla famiglia. Tra un cambio di pannolini e un biberon si fa regalare dal marito una macchina per maglieria. È la svolta: dai capi per le amiche lavora per le grandi aziende di Sedico. Negli anni ’90 nel piccolo laboratorio di Camalò ci sono oltre venti dipendenti. Poi a metà del 2000 la crisi del manifatturiero. «Sono stata costretta a ridurre il personale, e gli ordini sono crollati, stavo chiudendo e mio marito mi ha dato la forza di continuare. Nel laboratorio di Camalò ogni aprile dopo le sfilate arrivano gli splendidi capi delle collezioni di Dior e Chanel, assolutamente numerati, che Maria confeziona, punto su punto, con le sue storiche, nove, dipendenti. 

Sono solo alcuni esempi delle storie raccontate nel libro “Le imprese Artigiane al femminile nella Marca trevigiana”, avviato e curato da Artigianato Trevigiano. Raccoglie le vite di quante hanno saputo superare le diffidenze e le difficoltà e hanno coronato il loro sogno.

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