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Ispra: Treviso quarta città in Veneto per consumo di suolo

La Marca è al 7° posto tra le 107 province italiane per percentuale di territorio utilizzato sul totale, seconda in Veneto solo a Padova e davanti a province come Roma, Torino, Bologna e Palermo

È stato presentato martedì 26 luglio l’annuale rapporto dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) sul consumo di suolo in Italia, disponibile al seguente link. I dati confermano un primato non invidiabile della Marca e della città di Treviso nell’utilizzo e nella impermeabilizzazione del suolo. Il rapporto, oltre a fornire un quadro aggiornato del consumo di suolo in Italia, mette in evidenza i mutamenti avvenuti nel corso del 2021.

L'analisi

Lo scorso anno in Veneto sono stati consumati 684 ettari di suolo verde, un dato inferiore solo ai 883 ettari della Lombardia e superiore a quello di tutte le altre regioni italiane. Con l’11,90% di terreno impermeabilizzato la nostra regione si conferma la secondo posto in Italia (prima è la Lombardia con il 12,40%): a livello nazionale la percentuale di suolo consumato è del 7,21%. Nel 2021 la provincia di Treviso, con un incremento di utilizzo di suolo di 119,34 ettari, è stata la tredicesima provincia italiana per aumento in termini assoluti del territorio consumato, alle spalle in Veneto solo di Verona e Padova e con un valore superiore, ad esempio, a quello della provincia di come Milano o Napoli. A fine 2021 il suolo consumato in provincia di Treviso era pari a 41.503 ettari, il 16,7% del totale, contro una media regionale dell’11,9% e quella nazionale del 7,21%. La Marca è al 7° posto tra le 107 province italiane per percentuale di territorio utilizzato sul totale, seconda in Veneto solo a Padova e davanti a province come Roma, Torino, Bologna e Palermo.

Le cose non vanno meglio a Treviso città che, con il suo 39,79% di suolo consumato (2.210 ettari) è il quarto comune del Veneto per utilizzo di territorio rispetto al totale, superata solo da Padova, Spinea e Noventa Padovana e si colloca al 195° posto tra i 7.904 comuni italiani, davanti a centri urbani molto più importanti come Bologna, Genova, Roma, Palermo. Nel 2021 il capoluogo della Marca ha registrato un consumo di suolo pari a 1,97 ettari che porta a un totale di 28,39 ettari il totale di suolo consumato tra il 2018 e il 2021, con responsabilità tutt’altro che marginali dell’attuale amministrazione. Nel periodo 2013-2017 (amministrazione Manildo) il consumo complessivo di suolo è stato di 13 ettari. Dove si è consumato suolo nel 2021 in città? Solo per fare degli esempi, nella realizzazione del piano di lottizzazione “Celsi”, nelle nuove realizzazioni al posto della villa Van Den Borre in via del Mozzato e di quella in via D’Azeglio, nella costruzione della nuova stazione di servizio lungo la tangenziale e in quella dei nuovi palazzi all’Eden (via Cattaneo) al posto dei preesistenti capannoni (allegate foto). Due ettari di suolo consumato significano 200mila euro all’anno di costi dovuti alla riduzione di servizi ecosistemici.

Eden via Cattaneo (1)-2

Nel suo rapporto 2021 sul consumo di suolo l’Ispra ha effettuato una stima del valore economico dei servizi ecosistemici garantiti dal suolo verde, valore che viene distrutto dalla impermeabilizzazione del terreno. Per servizi ecosistemici si intendono quelli dello stoccaggio e sequestro dell’anidride carbonica, della rimozione del particolato atmosferico e dell’ozono, della produzione agricola e di legname, dell’impollinazione, della regolazione del microclima e tutto il vasto ambito che riguarda l’equilibrio idrogeologico: l’assorbimento delle piogge (regolazione del regime idrologico) la loro depurazione e la trasformazione in disponibilità di acqua per l’uso umano. Il costo economico annuo per la perdita di questi servizi ecosistemici è stato calcolato tra gli 89mila euro e i 109mila euro per ogni ettaro di terreno libero che viene impermeabilizzato: in media, quindi, ogni ettaro di suolo consumato costa 100mila euro all’anno dal momento della sua impermeabilizzazione che equivale a 10 euro per ogni metro quadrato.

I commenti

Luigi Calesso, portavoce di Coalizione Civica Treviso, conclude con queste parole: «La realizzazione del Terraglio est rappresenterà un altro duro colpo alle aree verdi della città, come è stato negli anni scorsi per i comuni delle province di Vicenza e Treviso interessate dalla costruzione della Pedemontana. Insomma, le chiacchiere stanno a zero: non basta il “green washing” dei “boschi urbani” o della “ciclopolitana”: è necessario che l’amministrazione Conte inverta la rotta altrimenti l’impermeabilizzazione del territorio continuerà indisturbata e si aggraverà ulteriormente».

Sulla questione è intervenuto anche il consigliere comunale del Partito Democratico, Stefano Pelloni: «I dati sul consumo del suolo confermano un trend ormai consolidato: il Veneto è una delle regioni che consuma più suolo in Italia, la provincia di Treviso è sul podio e il comune di Treviso è il quarto del Veneto per cementificazione. Inutile riempirsi la bocca di emergenza ambientale quando non si pone minimamente il freno a questo trend - aggiunge il capogruppo del Pd - la Lega che governa questo territorio è la prima responsabile di questi dati. La legge regionale contro consumo del suolo è talmente piena di deroghe che ormai si costruiscono interi poli logistici su terreno agricolo senza però consumare suolo - continua il consigliere PD - anche all'interno del Comune di Treviso la maggioranza leghista approverà in questi giorni in consiglio comunale la costruzione di intere lottizzazioni in aree precedentemente destinati verde pubblico o area agricola: ovviamente il tutto senza consumare suolo, secondo la legge regionale. E' semplicemente scandaloso che tutti si riempiano la bocca di emergenza climatica e di rispetto dell'ambiente, senza mettere in campo alcun tipo di politica di rinaturalizzazione di aree abbandonate e riqualificazione e riuso di zone industriali abbandonate - conclude Pelloni - ha poco valore promettere di piantare qualche albero, quando poi ogni anno si continuano ad autorizzare questo tipo di interventi, nascondendosi dietro alla "legge truffa" contro il consumo del suolo della Regione».

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