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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Treviso dà l'addio a Don Canuto Toso: «Simbolo della nostra comunità»

Mercoledì 5 ottobre i funerali del sacerdote 91enne fondatore della "Trevisani nel mondo". Centinaia di fedeli per l'ultimo saluto nel Tempio di San Nicolò. Il sindaco Conte: «La sua vita dedicata al prossimo»

Tempio di San Nicolò gremito da centinaia di persone per l'ultimo saluto a don Canuto Toso, fondatore della "Trevisani nel mondo", mancato nella serata di sabato 1° ottobre a 91 anni. Originario di San Martino di Lupari, era stato ordinato sacerdote nel 1957. Nel 2019 aveva ricevuto il "Totila d’oro", la più importante fra le benemerenze civiche previste dallo Statuto del Comune di Treviso. Presenti sindaci, rappresentanti delle istituzioni ma anche tantissimi trevigiani. Ad accompagnare la cerimonia l'inno della "Trevisani nel mondo", uno dei brani preferiti da monsignor Canuto.

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Dal Vangelo secondo Matteo è stato letto il passo che ha anticipato l'omelia di monsignor Michele Tomasi, Vescovo di Treviso: «Don Canuto lo immagino seduto alla destra di Dio, "dalla parte delle pecore" (dei più deboli) come recita il passo del Vangelo appena letto. Il suo impegno di una vita è stato quello di dare dignità, riconoscimento sociale e aiuto a chi credeva di non averli. Ha aiutato tantissime persone a mantenere i contatti con la loro comunità di appartenenza. Nel suo testamento spirituale ha scritto: "Non finirò mai di ringraziarti Gesù per avermi chiamato a diventare sacerdote, nonostante i miei limiti". Nel 1966 il lungo viaggio in Ontario (Canada), dove aveva incontrato tantissimi trevigiani emigrati che gli avevano chiesto notizie della loro terra. Da lì l'idea di fondare la "Trevisani nel mondo". A Sant'Andrea in Riva è stato parroco per 17 anni prima di entrare nella comunità degli Oblati diocesani, portando avanti il suo cammino di spiritualità e condivisione. Negli anni della vecchiaia, nonostante le forze ridotte, si è dato con tutto sé stesso all'accoglienza degli altri nella Marca. Ai fedeli e a tutti i Trevisani nel mondo è rivolto il suo ultimo appello: "Conservate sempre la vostra identità culturale e religiosa e cercate di tramandarla ai vostri successori. Sono nato canuto, morirò Toso"»

I commenti

Il sindaco Mario Conte lo ricorda così: «I suoi insegnamenti sono stati tantissimi: era il collegamento tra la nostra città e tutti i trevigiani costretti a lasciare questa terra. Per me era come un padre e una guida, mai nessuno come lui è simbolo di comunità. Il suo più grande insegnamento è stato: vogliatevi bene e cercate sempre di fare del bene. Era una persona anche molto tecnologica, al passo con i tempi. Non lo dimenticheremo».

Franco Conte, presidente della Trevisani nel Mondo: «Quella di don Canuto Toso è stata una presenza importante per il nostro territorio, ci ha insegnato ad amare gli altri, ad accoglierli come erano stati accolti i nostri migranti italiani all'estero. Oggi dobbiamo continuare a interrogarci sui tanti giovani che decidono di lasciare l'Italia per andare all'estero. Credo che questa sia la direzione che la "Trevisani nel mondo" intraprenderà nei mesi a venire».

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