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Tassa di soggiorno raddoppiata, Federalberghi: «Sì alla lotta all'abusivismo»

Giovanni Cher, presidente degli albergatori di Confcommercio Treviso, appoggia i rincari annunciati dal sindaco Mario Conte ma specifica che quella di soggiorno resta «una tassa di scopo». I sindacati chiedono chiarimenti sul fondo crediti

Il raddoppio della tassa di soggiorno a Treviso? «Il sindaco Conte ci ha resi partecipi fin dall’inizio di questo adeguamento e per questo lo ringraziamo». A dirlo, giovedì 9 novembre, è il presidente di Federalberghi Giovanni Cher.

«Il primo aspetto: l’aumento, soprattutto per i tanti privati che affittano appartamenti di lusso in centro a uso turistico come se fosse un 5 stelle, è un deterrente che contribuirà, almeno in parte, a risanare un mercato anomalo inflazionato dal proliferare indiscriminato di locazioni turistiche a danno di chi cerca un affitto residenziale. Il secondo: non dimentichiamo che la tassa di soggiorno è una tassa di scopo, quindi i proventi dovranno essere utilizzati, come promesso dall’Amministrazione, per l’incremento delle infrastrutture turistiche a sostegno dell’intera promozione dell’offerta. Se il turismo cresce, anche il territorio deve dotarsi di infrastrutture necessarie, quindi ben vengano gli investimenti sul turismo coi proventi della tassa di soggiorno. Il terzo e ultimo: non va omessa l’importanza di mantenere una uniformità provinciale su tasse e tariffe nei vari Comuni, aspetto da considerare soprattutto nelle offerte a “pacchetto” coi tour operator» conclude Cher. «Stiamo lavorando - conclude anche Dania Sartorato, presidente dell’Unione provinciale - sulle città e sui centri storici proprio perché si mantengano e si integrino le varie vocazioni. L’esempio del capoluogo deve essere trainante per l’intera provincia, il turismo è un driver incredibile di sviluppo, ma anche un fenomeno che va gestito collaborando al meglio con tutte le amministrazioni».

Il commento dei sindacati

«Condividiamo l’obiettivo di garantire i servizi del sociale e per l’istruzione, per salvaguardare le fasce più fragili della popolazione residente nel capoluogo, e comprendiamo che una leva potrebbe essere quella di ritoccare le aliquote dell’addizionale Irpef comunale, confidando che non schizzi la pressione fiscale a carico del ceto medio già soggetto al caro prezzi, quello che però potrebbe contribuire a far quadrare i conti del bilancio senza operare drammatici tagli è condurre una serrata lotta all’evasione fiscale - le parole di Vigilio Biscaro, segretario generale di Spi Cgil Treviso a commento delle dichiarazioni del sindaco di Treviso Mario Conte in merito alla necessità di innalzare Imu e Irpef -. Guardando alle poste in bilancio si riscontra che il fondo crediti di dubbia esigibilità al 31 dicembre è pari a ben 27.048.602 euro, l’anno precedente ammontava a 28.179.719 euro. Si tratta di risorse di grande rilievo e in un momento di ristrettezze e di oculatezza nella gestione delle casse pubbliche rappresenterebbero una boccata d’ossigeno. Non è una tirata d’orecchie - chiarisce e sottolinea Biscaro - ma lo sprone ad attivarsi e agire per recuperare e riscuotere le imposte proprio per non dover sacrificare sociale o investimenti in opere pubbliche delle quali c’è necessità. Sarebbe opportuno, e lo chiederemo all'amministrazione comunale nel confronto di contrattazione sociale, - conclude - capire ed entrare a conoscenza di come si compone tale fondo: se impatta maggiormente la mancata contribuzione delle imposte o la mancata riscossione delle multe ad esempio. La lotta all’evasione rappresenta, ricordiamo, un dovere per garantire l’equità fiscale tra i cittadini».

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