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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Questionario Istat non compilato: mille euro di multa ad un artigiano trevigiano

Cna Treviso avverte gli imprenditori e punta il dito contro l’aggravio che ciò comporta per le imprese: «La compilazione è obbligatoria ma Istat e gli altri enti di ricerca non chiedano alle imprese dati già in possesso della pubblica amministrazione»

Un imprenditore metalmeccanico della zona di Castelfranco si è visto recapitare una sanzione di 1.032 euro per non aver compilato il questionario Istat relativo al Censimento permanente delle unità economiche (Cpue) – Rilevazione multiscopo qualitativa sulle imprese dell’anno 2022. L’obbligo di compilazione scadeva il 31 marzo 2023. Il 23 giugno è stata notificata l’ammenda. Le sanzioni, in caso di mancata compilazione, vengono somministrate ai sensi degli art. 7 e 11 del decreto legislativo n. 322/1989 secondo i criteri riportati nel DPR 9 marzo 2022 di approvazione del programma statistico nazionale.

«Questa volta ho deciso di non compilarlo di proposito per protesta – spiega l’imprenditore, a cui abbiamo garantito l’anonimato -. Siamo vessati dalle rilevazioni degli enti statistici, a me arrivano anche quelle trimestrali di Unioncamere Veneto e quella del progetto Excelsior di Unioncamere nazionale, obbligatoria anch’essa. Non posso continuare a perdere tempo a compilare questionari complicati e spesso con domande a cui non so e non posso rispondere». Il tema è ben noto alla Cna che, non a caso, viene spesso incaricata dalle proprie ditte associate di compilare i numerosi questionari a scopi statistici che arrivano alle imprese.

Il commento

«Il problema in effetti c’è - spiega Mattia Panazzolo, direttore della Cna territoriale di Treviso, che ha raccolto la protesta dell’imprenditore multato -. Alle imprese, e di conseguenza ai nostri centri servizi a cui viene spesso richiesto di compilarli per loro conto, vengono molte volte chiesti dati già in possesso della Pubblica Amministrazione, Inps e Agenzia delle Entrate sopra tutte, e questo comporta un inutile investimento di tempo e di energie». La percezione delle imprese quindi non è quella di fare un servizio alla conoscenza comune utile a una migliore programmazione politica (che per altro non viene fatta), ma appunto quella di essere vessate di ulteriori aggravi burocratici e monetari (come se non ce ne fossero già abbastanza). Oltretutto, nelle rilevazioni di previsione, vengono fatte domande che spiazzano le ditte artigiane. «Le imprese da coinvolgere nelle rilevazioni - spiega ancora Panazzolo - vengono selezionate sulla base dei settori di attività senza tenere conto a sufficienza delle dimensioni. Perciò ditte molto piccole si trovano a dover rispondere a domande che andrebbero rivolte a una ditta molto strutturata». L’appello di Cna agli imprenditori è comunque a compilare i questionari Istat e degli altri enti di ricerca per evitare sanzioni, eventualmente facendosi aiutare dagli uffici dell'associazione. L’appello all’Istat e agli enti di ricerca è di tarare meglio le domande in relazione alle dimensioni delle imprese e, soprattutto, a recuperare i dati già in possesso della pubblica amministrazione da altre fonti, senza aggravare le imprese di ulteriori oneri burocratici.

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