Agnello pasquale, blitz di Centopercentoanimalisti

Si avvicina la Pasqua e con essa le polemiche degli animalisti sulla mattanza di agnelli e capretti.

Puntuale il blitz del gruppo Centopercentoanimalisti, che nella notte tra martedì e mercoledì hanno colpito a Treviso, ma anche Rovigo, Padova, Mestre (VE) e Alpago (BL), affiggendo manifesti fuori da supermercati e negozi.

Secondo gli attivisti del gruppo la tradizione di mangiare agnello a Pasqua "non ha più nessuna ragione di sussistere", in quanto si tratta di "un'usanza arcaica, risalente all'epoca agro-pastorale, quando le nascite degli animali permettevano di avere disponibilità di carne".

"Per noi non c'è nessuna differenza tra gli animali, tra un agnello e un pollo o un maiale - precisa Centopercentoanimalisti - Ogni giorno avviene il massacro di milioni di esseri viventi e senzienti, per soddisfare l'egoismo umano. Ogni 'festa' degli umani è una strage di animali, siano essi il tacchino del thanksgiving day o i pesci della vigilia del Natale".

"Quella della Pasqua è abominevole quanto tutte le altre - continuano gli animalisti - milioni di cuccioli strappati alle madri, uccisi in modo feroce e fatti a pezzi per essere venduti. Celebrare la festa della primavera, del ritorno alla vita, della presunta resurrezione in questo modo è quanto di più aberrante possa esistere".

"Per noi la Pasqua è solo uno dei momenti della lotta per la Liberazione Animale, contro gli abusi degli umani sugli altri viventi, contro il carnivorismo che di questi abusi è il peggiore e il più dannoso", concludono.

Di qui l'azione della notte scorsa. Decine di manifesti, ritraenti un agnello portato al macello con la didascalia "Ecco l'agnello che NON toglie i peccati del mondo", sono apparsi martedì mattina all'esterno di diversi supermercati trevigiani e veneti, per poi sparire all'apertura dei negozi.