Maxi truffa dell'energia green, sequestri delle fiamme gialle per 11 milioni
Le indagini sono partite da una verifica fiscale nei confronti della E.S.Co. (Energy Saving Company) con sede a Olbia, operante, tra il 2016 ed il 2017, nel mercato dei titoli di efficienza energetica
Una truffa ai danni dello Stato per oltre 9 milioni di euro è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Sassari, che ha individuato 26 presunti responsabili per reati che vanno dalla truffa aggravata alla ricettazione, al riciclaggio di proventi illeciti. Le indagini sono partite da una verifica fiscale nei confronti della E.S.Co. (Energy Saving Company) con sede a Olbia, operante, tra il 2016 ed il 2017, nel mercato dei titoli di efficienza energetica amministrato dal Gestore dei Mercati Energetici S.p.a., società controllata indirettamente dal Ministero dell'Economia e delle Finanze. Nel corso delle attività ispettive che hanno coinvolto anche la provincia di Treviso, oltre alle violazioni in materia di normativa tributaria riferibili al reato di dichiarazione fraudolenta per un'evasione di oltre 2 milioni di euro, sono emersi all'attenzione degli investigatori ulteriori illeciti penali. Le Fiamme Gialle avrebbero accertato che l'impresa controllata, attraverso la presentazione di documentazione relativa a progetti di risparmio energetico per lavori in realtà mai eseguiti, ha ottenuto dal Gestore dei Servizi Energetici S.p.a il rilascio di c.d. TEE (titoli di efficienza energetica rappresentativi dell'energia risparmiata a seguito degli interventi fittiziamente eseguiti), che venivano quindi rivenduti nello specifico mercato dell'energia ad altre società ignare.
La contrattazione sul mercato dei titoli energetici di questi certificati bianchi, secondo la Finanza avrebbe permesso alla società olbiese di realizzare profitti milionari, successivamente distribuiti ai vari soggetti responsabili della frode operanti tra la Sardegna, il Veneto e la Calabria mediante operazioni di ricettazione e riciclaggio consistenti nell'impiego degli indebiti guadagni in attività finanziarie ed imprenditoriali nonché nel compimento di altre operazioni in modo da ostacolare l'identificazione della provenienza delittuosa dei flussi finanziari anche attraverso l'ausilio di altre persone compiacenti. La Procura della Repubblica di Tempio ha richiesto e ottenuto dal GIP Marco Contu il sequestro per equivalente finalizzato alla confisca dei beni per oltre 11 milioni di euro nei confronti di 8 indagati, importo pari al ricavato della truffa e dei risparmi di imposta illecitamente conseguiti.