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Cronaca

Schianto mortale in A28, chiesti 7 anni e 8 mesi di reclusione per Dimitre Traykov

Questa la condanna invocata oggi, 21 giugno, dal pubblico ministero di Pordenone Federico Facchin nei confronti del 61enne bulgaro, responsabile del tamponamento mortale, avvenuto il 30 gennaio del 2022, nel quale hanno perso la vita Sara Rizzotto, 26enne di Conegliano e la cugina Jessica Fragasso, 20enne di Mareno di Piave

Sette anni e 8 mesi di reclusione, con i benefici per il rito (un terzo in meno della pena totale), di cui 1 anno e 8 mesi per il fatto di essersi sottratto agli accertamenti e alla identificazione. E' questa la condanna richiesta oggi, 21 giugno, dal pubblico ministero di Pordenone Federico Facchin nei confronti del 61enne bulgaro Dimitre Traykov, responsabile del tamponamento mortale, avvenuto il 30 gennaio del 2022 lungo la A28, nel quale hanno perso la vita Sara Rizzotto, 26enne di Conegliano e la cugina Jessica Fragasso, 20enne di Mareno di Piave. All'interno della Fiat Panda delle giovani si trovavano anche le due figlie di Sara, una di due anni e l'altra di nove mesi, rimaste fortunatamente soltanto ferite nel terribile schianto. 

La difesa, affidata agli avvocati Gianni Massanzana e Loris Padalino, ha invece chiesto l'assoluzione per insufficienza di prove e in subordine che non venga riconosciuta l'aggravante della guida in stato di ebbrezza e della fuga per mancanza di elementi certi. Le parti civili (gli avvocati Enrico D'Orazio, Alessandra Nava e il padovano Luca Motta,che difende la madre della Rizzotto) hanno aderito alle richieste dell'accusa, chiedendo un risarcimento che, complessivamente, è di un milione e mezzo di euro. Avevano invece ritirato la costituzione di parte civile le due piccole (rappresentate dal padre e difese dall'avvocato Giuseppe Gulli), che hanno ricevuto 70 mila euro, 35mila euro ciascuna, in forma di risarcimento autonomo aggiuntivo rispetto alla liquidazione da parte dell'assicurazione.

Il tragico tamponamento era accaduto tra Villotta e Azzano Decimo. Traykov avrebbe tamponato la Fiat Panda a bordo della quale si trovavano le due vittime e le figlie di Sara.  Il bulgaro era in autostrada per provare un furgone, ma la velocità elevata del mezzo e il tasso alcolemico dell'uomo avrebbero causato l'incidente. Il 61enne, dopo il sinistro, avrebbe abbandonato il furgone e si sarebbe dato alla fuga in mezzo ai campi. L’imprenditore è finito in manette  nella sua abitazione a Pordenone ad opera degli agenti della Polstrada. 

Nell'udienza odierna (la sentenza è attesa per il 28 giugno) ha deposto un uomo, anche lui bulgaro, che avrebbe dovuto testimoniare sul fatto che Traykov quel giornio non aveva assunto alcolici. Lo straniero ha detto di essersi recato dall'imprenditore perchè questi doveva consegnargli un cosa e di aver visto il 61enne, intorno alle 18 del pomeriggio, bere con un altro soggetto una intera bottiglia di vino.

 La perizia del tribunale, affidata all’ingegner Pierluigi Zamuner, aveva evidenziato che il tamponamento nel quale sono morte Sara e Jessica sarebbe avvenuto a 180 chilometri all'ora e che l’alterazione dall’alcol avrebbe avuto un ruolo fondamentale, contribuendo a rendere annebbiati i riflessi di Traykov. 

Il bulgaro, presente in aula, ha chiesto «perdono per quello che ho fatto». Di fronte a lui c'erano la nonna e la madre di Sara Rizzotto, che sono lettermente scoppiate in lacrime.

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