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Cronaca Conegliano

La Procura chiede l'archiviazione del caso, la famiglia del 17enne fa opposizione

Secondo il pubblico ministero Gabriella Cama l'incidente, accaduto il 18 novembre del 2021 e che causò la morte di Francesco De Coppi, sarebbe da attribuire al comportamento del ragazzo. Ma i genitori hanno chiesto all'avvocato Paolo Pastre di opporsi

«L'incidente non può essere avvenuto solo per responsabilità di Francesco». La famiglia di Francesco De Coppi, il ragazzo di 17 anni, residente a Conegliano, morto il 26 novembre del 2021, dopo otto giorni di agonia alll'ospedale Ca' Foncello di Treviso a seguito di un terribile sinistro stradale avvenuto il 18 novembre dello stesso anno, non è d'accordo con le conclusioni delle Procura di Treviso che ha chiesto l'archiviazione dell'automobilista contro cui il ragazzo si sarebbe schiantato dopo essere caduto a terra mentre stava percorrendo via Ca' Larga a Mareno di Piave.

L'incidente era avvenuto  intoirno alle 23. Il ragazzo era in sella al suo scooter Piaggio quando all'improvviso ha perso il controllo del motorino, è caduto a terra attraversando l'incrocio per poi impattare contro una Fiat Tipo sopraggiunta nel frattempo. Le condizioni del giovane ferito erano apparse fin da subito gravissime e Francesco era stato trasportato d'urgenza al Ca' Foncello in prognosi riservata.

Nella richiesta di opposizione il pubblico ministero Gabriella Cama sosteniene che De Coppi non avrebbe rispettato una precedenza. La frenata che ne era seguita, molto brusca, gli aveva fatto perdere il controllo dello scooter. Rovinato a terra il 17enne avrebbe percorso l'incrocio con via Distrettuale scivolando sull'asfalto fino ad impattare contro la portiera sinistra posteriore, malgrado i tentativi dell'automobilista di evitare l'urto.

Il legale della famiglia, l'avvocato Paolo Pastre, sostiene che pur avendo la precedenza la Fiat Tipo avrebbe viaggiato ben oltre il limite di velocità. E il guidatore, pur essendosi accorto del possibilie impatto, non ha rallentato, limitandosi a sterzare sulla destra. Un comportamento che, secondo l'avvocato, configurerebbe quanto meno un concorso di colpa. 

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