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Cronaca Cornuda

Fallimento "Vecchia Filanda", a processo nota famiglia di distillatori

E' iniziato il procedimento contro Luciano Brotto, 73 anni di Giavera e il figlio Nicola Brotto, 48 anni di Crocetta, in relazione al crac dell'immobiliare che avrebbe dovuto realizzare il recupero di un'area storica a Cornuda

Ritardo della richiesta di fallimento della società,  bancarotta documentale per aver tenuto in modo irregolare e incompleto le scritture contabili, ricorso abusivo al credito per aver aperto un conto corrente ipotecario e aver chiesto una proroga dei finanziamenti alle banche nonostante lo stato di insolvenza della società e bancarotta per distrazione. Sono questi i reati di cui devono rispondere a processo Luciano Brotto, 73 anni di Giavera (difeso dall’avvocato Valentino Cirri), il figlio Nicola Brotto, 48 anni di Crocetta (avvocato Italo Albanese) e la liquidatrice della società, Simonetta  Miglioranza (avvocato Simone Marian).

La vicenda ha che vedere con il progetto di recupero dell’area storica di Cornuda costituita da tre fabbricati, l’opificio e due magazzini, con una superficie complessiva superiore ai 17 mila metri quadrati. Un’area industriale tra via 30 Aprile e via Madonnetta che rappresenta un pezzo di storia del comune, costruita negli anni Ottanta dell’Ottocento che adesso mostra le rughe profonde di abbandono e distruzione dopo il declino industriale. Erano stati i Brotto, una famiglia di imprenditori molto noti in zona nel campo delle grappe e dei liquori, a lanciare nel 2006 il progetto di recupero dell’area storica. Si era ipotizzato un piano di recupero, approvato dal consiglio comunale nel 2008: lì sarebbero dovuti sorgere un centro direzionale e appartamenti, su progetto dell’architetto Elvis de Rossi.

Un ambizioso piano della famiglia proprietaria Brotto ma mai decollato. Fu proprio il Comune di Cornuda, che vantava crediti per circa 70mila euro per mancati pagamenti Ici, a chiedere e ottenere dal tribunale il 29 dicembre 2017 il fallimento della società immobiliare "Vecchia Filanda srl", finita in liquidazione. 

Quattro le accuse rivolte a vario titolo agli imputati. Si va dalla contestazione del ritardo della richiesta di fallimento della società, che avrebbe così appesantito il passivo da poco più di centomila euro a fine 2008 ai quasi 700mila a dicembre 2016, alla bancarotta documentale ai reati di ricorso abusivo al credito e di bancarotta per distrazione per aver distratto tra il 2006 e il 2009 risorse finanziarie per oltre 300mila euro.

LA NOTA DELL'AZIENDA BROTTO

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