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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Mogliano Veneto

Accoltellata mentre fa jogging, i dubbi sulla capacità dell'aggressore di Marta

Oggi 8 marzo si è celebrato davanti alla Corte d'Appello il processo di secondo grado "bis" per l'aggressione subita dalla 27enne che il 22 marzo del 2021, a Mogliano, venne colpita 23 volte dal coltello che stava in mano ad un ragazzo allora 15enne. Nell'udienza odierna si è svolta una integrazione della perizia psichiatrica per stabilire se il giovane sia o meno imputabile

Su un cosa il perito del Tribunale Giovanni Battista Camerini e il consulente della difesa Lenio Rizzo si sono trovati d'accordo: l'accoltellatore di Marta N., la giovane 27enne aggredita con 23 coltellate il 22 marzo del 2021 mentre faceva jogging lungo via Marignana a Mogliano Veneto, ha un quoziente intellettivo appena sopra il livello della disabilità ma al di sotto del normale. Inoltre il ragazzo, che al tempo dei fatti aveva 15 anni, sarebbe affetto da un disturbo antisociale. Oggi 8 marzo la Corte d'Appello di Venezia ha celebrato la prima udienza del processo di secondo grado "bis" dopo che la Cassazione aveva annullato con rinvio proprio ai giudici veneziani la sentenza con cui il giovane era stato condannato a 5 anni di reclusione, con una riduzione rispetto ai sei anni e otto mesi inflitti dal Tribunale dei Minori.

Per Rizzo quella sera l'accoltellatore fu preda di una vera e propria "dissociazione", che lo portò a gettarsi sui Marta con inaudita ferocia. Una condizione che unità alla sua immaturità, legata ad basso valore di quoziente intellettivo, farebbe propendere per la sua totale incapacità al momento di commettere il fatto e la conseguente mancanza dei requisiti di imputabilità.

Camerini, da parte sua, nega che il giovane (oggi 18enne) fosse incapace pur riconoscendo che avrebbe alcune problematiche di tipo psichiatrico che gli avrebbero causato una difficoltà da discernere il bene dal male.

Protagonista di alcuni furtarelli in casa che erano stati scoperti, il ragazzo avrebbe pensato che per procurarsi il denaro che gli serviva per acquistare dello stupefacente il modo migliore sarebbe stato quello di rapinare un persona. Uscì di casa in ciabatte in sella alla sua bicicletta e scelse con cura la vittima, una ragazza indifesa che stava correndo da sola in un luogo abbastanza appartato. La Corte, preso atto della integrazione di perizia psichiatrica, emetterà la sentenza il prossimo 10 maggio. L'imputato intanto si troverebbe sempre in Gran Bretagna, dove vive con la madre.

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