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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Refrontolo

Il Molinetto della Croda: quel luogo magico sopravvissuto alla guerra

La storia di un luogo andato in rovina e poi restaurato, ai piedi di una grande cascata e immerso in un tipico paesaggio trevigiano

REFRONTOLO —Un esempio di architettura rurale del 1600. Un luogo tra i più amati dai trevigiani e trai più visitati dai turisti. È il Molinetto della Croda, quell’antica ruota ad acqua, uno spazio in cui non si respirerà più la stessa aria. Un luogo simbolo della Marca trevigiana divenuto scenario di una tragedia senza precedenti, dove quattro persone hanno perso la vita.

LA STORIA Il Molinetto della Croda, collocato in un luogo lontano dal centro abitato, è di proprietà del Comune di Refrontolo dal 1991. Sorge dove scorre il torrente Lierza, quel corso d’acqua che ha travolto un centinaio di persone sabato 2 agosto. Si erge in una lunga forra, ai piedi di una spettacolare cascata. È stato fonte d’ispirazione di fotografi appassionati e non, di pittori, di scrittori e più in generale di amanti dell’arte. Uno dei luoghi caratteristici riuscito a sopravvivere alla Grande Guerra, immerso nel verde paesaggio della Marca tra le strade del Prosecco. Con il tempo il Molinetto della Croda è stato ampliato per ospitare diverse famiglie di mugnai. Oltre alla prima guerra mondiale, è sopravvissuto anche a esondazioni e a disastri naturali. Alluvioni tra il 1941 e il 1953 simili alla tragedia che si è consumata sabato 2 agosto a pochi metri. È stato il Comune di Refrontolo, una volta acquisito, a recuperarlo e renderlo nuovamente funzionante dopo che progressivamente era andato rovinandosi.

NON SARA’ PIU’ LO STESSO Agriturismo, ristoranti, case coloniche per l’agricoltura è quanto si può trovare nelle vicinanze del Molinetto della Croda. Proprio a pochi metri, in corrispondenza di uno spiazzo, sabato sera si stava tenendo la tradizionale Festa degli Omeni. Un evento divenuto ormai appuntamento fisso per gli uomini della zona. Una tradizione da rispettare accompagnata dall’enogastronomia e dall’allegria. Una memoria dell’arco alpino che ogni 2 agosto si ripete come una sorta di presa in giro nei confronti di Napoleone Bonaparte, in riferimento ai pantaloni attillati che usava indossare rispetto alle larghe “brache” da lavoro dei montanari.

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