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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Monastier di Treviso

Morto sul lavoro alle distillerie Nardini, chieste tre condanne a un anno e sei mesi

Il pubblico ministero Gabriella Cama ha chiesto un anno e sei mesi ciascuno per i tre imputati nel processo per la morte sul lavoro di Lorenzo Brisotto, avvenuta nello stabilimento di Monastier nel settembre del 2017

Un anno e sei mesi per ciascuno dei tre imputati. Queste le richieste del pubblico ministero al processo per la morte di Lorenzo Brisotto, un trevigiano 49enne che lavorava presso le Distillerie di Monastier, sede operativa della Nardini Grappa di Bassano, avvenuta nel settembre del 2017. Sul banco degli accusati siedono, accusati di omicidio colposo e mancato rispetto delle norme sulla sicurezza, il presidente del consiglio di amministrazione e legale rappresentante Angelo Nardini (difeso dall’avvocato Gianni Morrone), il responsabile della sicurezza Renato Mazzeracca (difeso dall’avvocato Simone Guglielmin) e il direttore dello stabilimento dove avvenne la tragedia Andrea Manzoli (avvocato Federica Bassetto).

Brisotto, secondo gli accertamenti della Procura, sarebbe deceduto a causa delle esalazioni delle vinacce mentre lavorava all’interno di un silos. Il decesso fu dichiarato dopo sei giorni di agonia in un letto dell’ospedale del Ca’ Foncello di Treviso, dove era stato ricoverato in gravi condizioni a causa dell'intossicazione dai vapori. L’incidente era avvenuto nella fabbrica di via Pralongo in località Fornaci di Monastier, una succursale della Grappa Nardini. Brisotto si trovava in cima ad un silos completamente colmo di vinacce e molto probabilmente le esalazioni inalate una volta salito in sommità gli furono fatali. Immediatamente soccorso dai colleghi, l’operaio di Monastier era stato affidato alle cure del personale del 118 che lo aveva subito rianimato e successivamente intubato, per poi trasportarlo di urgenza all'ospedale. Il 49enne, che rimase tra la vita e la morte per alcuni giorni, non si riprese mai più. La morte fu dovuta ad una ischemia cerebrale dovuto alla ipossia cui lo sfortunato operaio andò incontro in un ambiente dove nell'aria era presente solo il 3% di ossigeno

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