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Cronaca Pieve di Soligo

Botte alla ex convivente in pieno lockdown, 59enne a processo

Un uomo di Farra di Soligo, si trova adesso in custodia cautelare in attesa di essere giudicato in immediato il prossimo 15 ottobre. Dovrà rispondere dei reati di stalking, violazione di domicilio e lesioni personali aggravate

«Sono la tua ombra fino a che non raggiungo il mio obiettivo». Questo, in pieno lockdown, era il tenore delle minacce che un uomo di 59anniresidente a Farra, rivolgeva alla ex, una donna di Pieve di Soligo, picchiata e insultata fino a quando, nel luglio scorso, le forze dell'ordine si sono presentate all'indirizzo di lui, arrestandolo. S.B. si trova adesso in custodia cautelare in carcere in attesa del processo, che sarà celebrato con il rito immediato  il prossimo 15 ottobre, in cui dovrà rispondere dei reati di stalking, violazione di domicilio e lesioni personali aggravate .

Tutto sarebbe successo in pieno lockdown, tra il 23 aprile e il 21 maggio a Pieve di Soligo. La donna ha raccontato che tutto è iniziato con lanci di sassi e immondizia contro l'abitazione che condivido con l'anziana madre, evidentemente molto turbata dalla situazione. Poi l'escalation è proseguita con l'uomo che si presentava davanti all'abitazione in ore serali e di prima mattina minacciandola e provando di aggredirla, tentativi di introdursi in casa sua, appostamenti. «Io ti uccido» le ripeteva, fino a quando in piena di pandemia è riuscito ad entrare nella casa, scavalcando un balcone. Era il 23 aprile: affrontato dalla donna S.B. ha reagito violentemente, picchiandola ripetutamente con calci e pugni. «Ti ammazzo» le avrebbe urlato, colpendola violentemente causandole policontusioni giudicate guaribili in 10 giorni. 

Una ventina di giorni dopo, l'11 maggio, dopo un nuovo blitz dentro all'abitazione e ancora una aggressione: questa volta i pugni sono diretti in pieno volto e la donna viene centrata al naso. «Ho avuto paura - ha detto la 59enne alle forze dell'ordine al momento di sporgere la denuncia - era messa in discussione la mia incolumità ma soprattutto quella di mia madre, che era terrorizzata dall'idea di ritrovarsi davanti quell'uomo». «E' una situazione molto delicata - commenta il difensore di S.B., l'avvocato Simone Marian - andremo al giudizio immediato e valuteremo la situazione, forse scappata di mano a causa delle forti tensioni emotive causate dal lungo periodo di lockdown».

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