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Cronaca Preganziol

Catturato ex banconiere del supermercato latitante: era un killer della 'ndrangheta

Salvatore Valerio Crivello era latitante dal 2020: nel 2018 gli erano stati concessi i domiciliari. I carabinieri di Venezia lo hanno rintracciato nella palestra di un villaggio turistico nel Mare del Nord

Condannato all'ergastolo nel 2016, la polizia tedesca e i carabinieri veneziani hanno ritrovato Salvatore Valerio Crivello nella palestra di un villaggio turistico nel Mare del Nord. Scarcerato per un cavillo burocratico dopo la sentenza del carcere a vita, poi rintracciato e fermato a Preganziol mentre faceva jogging, Crivello era di nuovo fuggito da casa dei genitori a Scorzè, tre anni fa, dove gli erano stati concessi nel 2018 i domiciliari in attesa della sentenza definitiva. Le mille strade percorse dal killer della 'ndrangheta, Salvatore Valerio Crivello, 44enne di Cosenza legato alla cosca Scofano-Martella-La Rosa, si sono interrotte lunedì a Keitum, in Germania, dove il reparto della polizia criminale tedesca e il Nucleo investigativo del Comando provinciale dei carabinieri di Venezia, in servizio di cooperazione internazionale, sono andati ad arrestarlo. Tra i 1.250 abitanti di Keitum, villaggio tedesco sul mare del Nord situato nell'isola di Sylt, Crivello è arrivato in veste di istruttore in una palestra: solo l'ultimo ruolo delle mille vite interpretate nell'arco della sua esistenza. Condannato al carcere a vita per l'omicidio aggravato dal metodo mafioso di Pietro Serpa, commesso il 27 maggio 2003 a Paola (Cosenza), la prima volta era finito in manette nel 2012 a seguito dell'operazione "Tela di Ragno" condotta dai carabinieri calabresi, che aveva portato a quattordici condanne. Crivello allora era stato fermato a Preganziol, nel Trevigiano, dove conduceva una vita normale con un lavoro da banconiere al supermercato Lando.

I militari del Ros lo avevano fermato con l'accusa di aver ucciso Serpa nel 2003 e portato nel carcere di Tolmezzo, a Udine. Lì Crivello, insieme a un altro detenuto, aveva organizzato una fuga che doveva portarlo fuori dalla casa di reclusione attraverso l'uso di un elicottero e con la complicità di un operatore del penitenziario. Ma il colpo era fallito e da lì Crivello era stato trasferito prima a Piacenza e poi a Terni da dove, nel marzo 2017, a causa di un errore burocratico, era riuscito a tornare in libertà. Quindi aveva fatto ritorno a Preganziol, ma mentre si trovava a casa la Corte di Assise di Cosenza era corsa ai ripari emettendo una nuova misura di custodia in carcere, dato il rischio - era stato spiegato - di reiterazione del reato e pericolo di fuga. Nemmeno a dirlo Crivello, messo ai domiciliari a casa dei genitori a Scorzé nel 2018, nonostante il braccialetto elettronico ben poco aveva impiegato a far perdere le sue tracce nel 2020.

Ricercato con mandato d'arresto internazionale e una "caccia all'uomo" durata tre anni, con il fondato sospetto che si trovasse all'estero, è stato scoperto in palestra, intento ad allenare i suoi clienti sull'arcipelago delle Isole Frisone settentrionali. Forse l'ultima delle sue tante vite, nel centro sportivo di un albergo del posto. Del resto la prestanza fisica non gli manca, essendo stato da giovane un militare dell'esercito in servizio nella caserma dei lagunari veneziani. A inizio settimana, tramite il programma per le ricerche in ambito internazionale dei latitanti di ‘ndrangheta, in coordinamento con i carabinieri di Venezia, le teste di cuoio tedesche lo hanno localizzato e sono andate a catturarlo. L'autorità giudiziaria tedesca ha convalidato l’arresto nelle more dell’avvio dell'estradizione in Italia.

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