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Cronaca Riese Pio X

Visto al bar dopo l'omicidio, la chiamata al 112: «Sono stato io». Il killer preparava la fuga

L'omicidio di Vanessa Ballan. Fandaj Bujar, kosovaro di 41 anni, catturato all'uscita della doccia dai carabinieri dopo un pomeriggio in cui aveva vagato nei campi. Il Procuratore di Treviso, Marco Martani, nel corso della conferenza stampa: «Forse non sapeva che lei fosse incinta»

«Sono stato io a fare quella brutta cosa, domani mi consegno alla stazione dei carabinieri di Riese Pio X»: nella serata di ieri, 19 dicembre, attorno alle 21 circa, Fandaj Bujar, kosovaro di 41 anni, l'artigiano (è titolare della "Sette color", piccola azienda specializzata in tinteggiature) che ha assassinato nella sua abitazione Vanessa Ballan, commessa 26enne dell'Eurospin, ha annunciato ai carabinieri che si sarebbe costituito l'indomani (oggi). Per gli inquirenti che indagano sul delitto di Spineda di Riese Pio X, consumatosi tra le 11.21 e le 11.47 di ieri (lasso di tempo intercorso tra l'ultimo messaggio WhatsApp scambiato con il compagno Nicola e quello seguente a cui non ha replicato), il 41enne preparava la fuga, forse verso i Balcani. L'uomo aveva già preparato il passaporto ma dopo essere entrato nella doccia del bagno di casa, in via Lovigioni ad Altivole, ha trovato i carabinieri ad attenderlo per arrestarlo e condurlo nella caserma dei carabinieri di Castelfranco Veneto e poi in carcere a Santa Bona. Per gli inquirenti, coordinati dal Procuratore capo Marco Martani, sarebbe certa la premeditazione (una delle aggravanti per cui si trova in stato di fermo insieme a quella legata allo stato interessante della vittima, il pregresso legame sentimentale e la precedente denuncia per stalking): il giorno prima dell'omicidio il killer aveva acquistato una nuova sim telefonica da utilizzare nella latitanza, ha raggiunto il luogo del delitto in bici (evitando che il furgone solitamente utilizzato per lavorare potesse essere intercettato dai targasystem o dalle telecamere) e si è perfino fatto vedere pubblicamente in un bar di San Vito di Altivole (il bar Ci Ritorno, in viale dei Caduti) dove ha bevuto una birra attorno alle 14.40 circa, dove la titolare però ne ha segnalato la presenza ai carabinieri quando la notizia del femminicidio di Vanessa era ormai già noto a tutti.

Vanessa Ballan

Nei prossimi giorni sarà fissata l'autopsia che confermerà quanto già emerso dall'analisi esterna del corpo eseguita dall'anatomopatologo Alberto Cirnelli: la 26enne è stata presa a pugni al volto e colpita con sette coltellate, tutte sul tronco e lasciata morire dissanguata. Nei prossimi giorni sarà fissata ugualmente l'autopsia sul corpo della ragazza. Secondo Martani è probabile che il killer non sapesse che Vanessa fosse incinta dato che il concepimento risaliva solo al novembre scorso. Un episodio getta un velo di inquietudine su quanto avvenuto nei mesi precedenti al delitto: Fandaj Bujar sarebbe entrato furtivamente in casa della 26enne nell'agosto scorso, provocando la denuncia della sua ex fiamma che nel frattempo aveva già confidato al compagno Nicola (con cui aveva un figlioletto di 4 anni) la relazione extraconiugale con l'imprenditore straniero. E poi c'è una "scenata" riferita agli inquirenti da una ex collega di lavoro. «Ti ammazzo» avrebbe urlato lui, spintonandola. Purtroppo neppure la denuncia è servita a fermare il killer e secondo il Procurare capo anche un ordine restrittivo difficilmente avrebbe fermato la sua mano. Fandaj Bujar, dopo la denuncia ricevuta per stalking e per il ricatto tentato ai danni della donna, non l'aveva più contattata: sembrava aver capito. Meditava solo una vendetta, messa in pratica a pochi giorni da Natale, quando forse sarebbe comunque tornato in patria, stavolta per non fare più ritorno in Italia.

Fandaj Bujar

IL LUOGO DEL DELITTO

In casa, oltre al corpo trovato a terra in un lago di sangue, i carabinieri hanno trovato un martello, usato per rompere la porta a vetri sul retro da cui il killer è entrato, il coltello utilizzato per il delitto in un lavandino. Il martello riportava la scritta "Sette color", nome della ditta di Fandaj Bujar mentre il coltello non faceva parte del set presente in casa. Altri attrezzi sono stati trovati perquisendo in seguito lo straniero. Indizi gravi per la Procura, di colpevolezza. Ad inchiodare il 41enne anche il filmato di una telecamera di un vicino che immortala una persona che scavalca la recinzione con un borsone (all'interno martello, coltello e altri attrezzi da scasso): non si vede il volto ma chiaramente i vestiti poi sequestrati dai carabinieri dopo la cattura.

IL TENTATIVO DI DEPISTAGGIO

Nel corso della chiamata, effettuata con il telefono senza sim al numero di emergenza 112, Fandaj Bujar ha detto di trovarsi in un luogo che non era quello in cui effettivamente si trovava. Un modo per prendere tempo secondo gli inquirenti. L'uomo aveva inoltre evitato di utilizzare il furgone di lavoro ma aveva preferito la bici per il tragitto da casa fino all'abitazione di Vanessa. Sono solo alcuni dei pezzi del puzzle che portano a formulare una possibile premeditazione. Non chiaro se la foto con lo svincolo per Nova Gorica pubblicata dal 41enne sul suo profilo Instagram fosse un altro tentativo di depistaggio. Non risulterebbero al momento complici. Il 41enne è difeso dagli avvocati Mazzuccato e Lot che lo incontreranno nelle prossime ore.

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