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Cronaca San Vendemiano

Ubriaco ruba un auto ma si schianta poco dopo, 33enne "stangato" dal giudice

Protagonista della vicenda è Michele Argentin, un pregiudicato di 33 anni residente a Conegliano. I fatti si sono svolti a San Vendemmiano il giorno di Ferragosto del 2019 quando l'uomo, che aveva alzato decisamente il gomito, si era impadronito di una macchina a bordo della quale era andato a sbattere contro un palo della luce

Aveva rubato un auto, che aveva le chiavi di accensione inserite, e poi si era allontanato dalla casa teatro del furto a forte velocità. Peccato che fosse ubriaco: non molto lontano l'uomo ha perso il controllo del veicolo e si è schiantato contro un palo dell'illuminazione pubblica. Michele Argentini, un 33enne residente a Conegliano, non è nuovo a questo tipo di reati: nel 2019 l'uomo aveva patteggiato una pena di 2 anni e 8 mesi per essersi introdotto dentro alla casa di un'anziana e aver preso dalla borsetta della donna circa 70 euro prima di darsela a gambe in bicicletta. Nell'udienza di oggi 23 ottobre la Procura aveva chiesto l'assoluzione per il primo capo d'imputazione - quello relativo al furto dell'auto - ma il giudice Alberto Fraccalvieri non è stato della stessa opinione. E per i fatti commessi il 15 agosto del 2019 ha condannato Argentini (difeso dall'avvocato Roberta Canal) a 2 anni e 9 mesi di reclusione.

Secondo l'accusa l'uomo si sarebbe introdotto nel giardino di una abitazione privata a San Vendemmiano e lì avrebbe scorto una macchina parcheggiata con le portiere aperte e le chiavi inserite. La tentazione, alimentata anche dal tasso alcolico dell'uomo (l'esame ne avrebbe riscontrato lo stato di ebbrezza con un livello di 1,84 grammi) deve essere stata forte e così Argentini si è messo alla guida della vettura. Dopo un centinaio di metri però l'uomo, completamente ubriaco, è andato a sbattere contro un traliccio della luce.

Argentini è noto alle cronache per un fatto accaduto durante una delle tante detenzioni al penitenziario di Treviso. Era recluso da qualche giorni quando, durante l'ora d'aria, aveva improvvisato una fuga, scalando davanti ai secondini il muro del carcere. Era però caduto poco dopo da un'altezza di qualche metro rimediando anche alcune lesioni alla gambe. Il tentativo di evasione era stato talmente ridicolo che, nella circostanza, il 33enne non era stato neppure denunciato.

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