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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Sernaglia della Battaglia

Spariti i risparmi di un anziano, indagati padre e figlio

Si trattata di due cittadini marocchini di 62 e 25 anni. Il primo era il badante di un 79enne di Sernaglia della Battaglia che teneva dentro ad una cassaforte 94 mila euro in contanti

«Era denaro nostro, frutto di piccole attività legata a pubblici esercizi e ad una quota di una scuola in Marocco. Noi non conoscevamo neppure la combinazione della cassaforte». Hanno sostanzialmente ribadito la loro versione difensiva i due cittadini marocchini, padre e figlio di 62 e 25 anni, accusati del furto e del riciclaggio di 94 mila euro "spariti" dalla cassaforte che un anziano teneva in casa. Oggi oggi, 27 luglio, gli indagati hanno chiesto di essere sentiti dal pubblico ministero Valeria Peruzzo. «Quel denaro era per dare un futuro a mio figlio – avrebbe detto il padre – e non è certo frutto di qualche cosa che non è proprio nelle nostre corde».

I fatti sarebbero accaduti i primi mesi del 2021. Il marocchino di 60 anni era preoccupato per la situazione del Covid e avrebbe cercato un lavoro presso un'agenzia. Così trova posto come badante a casa di un 79enne, facendosi sostituire di tanti in tanto dal figlio. Il pensionato sarebbe stato una persona parsimoniosa e soprattutto caratterizzato dalla scarsa fiducia nelle banche. E così invece di aprire il solito conto corrente decide di custodire il soldi all'interno della cassaforte, che si trovava nel semi interrato della sua abitazione. Ma un giorno scopre che tutti i risparmi di una vita sono scomparsi.

Fatta la denuncia i sospetti si addensano subito sul badante nord africano e sul figlio, entrambi residenti a Treviso, che vengono subito allontanati dalla casa. Poi la svolta dell'indagine: i carabinieri si presentano alla porta di casa dei due marocchini con un mandato di perquisizione del pubblico ministero e scoprono all'interno della casa circa 47 mila euro in contanti. I due si difendono sostenendo semplicemente che si tratta dei guadagni del loro lavoro ma il sospetto degli investigatori è che con l’ingente somma rubata dalla cassaforte dell’anziano accudito i due stranieri abbiano acquistato un'attività di pizzeria d’asporto, aperta tra l’altro pochi mesi dopo il furto. Il 62enne e il 25enne avevano fatto l'anno scorso un riesame contro il sequestro del contante, che però gli aveva dato torto.

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