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Cronaca

Iniziato il processo sui tamponi rapidi per Rigoli, ma la prescrizione è dietro l'angolo

Giovedì l'udienza per i fatti accaduti durante la seconda ondata del Covid. Oltre all'ex direttore delle Microbiologie del Veneto c'è anche e Patrizia Simionato, all’epoca dei fatti alla guida di Azienda Zero

E’ cominciato ieri, 22 febbraio, il processo sui tamponi rapidi usati durante la seconda ondata del covid e acquistati dalla Regione Veneto nel 2020. Il processo vede imputati Roberto Rigoli ex direttore delle Microbiologie del Veneto e Patrizia Simionato che all’epoca dei fatti era alla guida di Azienda Zero. I due imputati, riniviati a giudizio un anno fa, non erano presenti in aula e durante l’udienza gli avvocati della difesa hanno sollevato la questione di nullità del decreto che disponeva il processo perchè contenente la vecchia imputazione antecedente le modifiche fatte in sede di udienza preliminare.

La difesa

Inoltre la difesa del professor Roberto Rigoli ha sollevato il dubbio sulla chiarezza della tipologia di accertamenti che il pubblico ministero contesta al microbiologo di non aver fatto. Si parla di accertamenti tecnico-clinico-scientifici, studio che secondo la difesa Rigoli non era tenuto a fare in quanto i tamponi della casa farmaceutica Abbot erano certificati Ce/Ivd quindi già verificati da enti preposti e dunque già in commercio. A Rigoli il pubblico ministero contesta una mail inviata nell’agosto 2020 ai vertici di Azienda Zero nel quale il microbiologo afferma di aver solo verificato le caratteristiche del prodotto.

Il ruolo di Andrea Crisanti

L’indagine sui tamponi rapidi era partita da un esposto fatto dal professor Andrea Crisanti, oggi senatore Pd, che contestava l’attendibilità dei test sulla base di un approfondimento che aveva condotto successivamente all’avvio dell’utilizzo dei tamponi antigenici da parte della Regione Veneto per lo screening covid. Il giudice nella nuova udienza prevista il prossimo 21 marzo deciderà se accogliere o meno la richiesta della difesa di Rigoli e Simionato e in caso affermativo le carte delle indagine torneranno in Procura e verrà decisa una nuova udienza preliminare. E i tempi del processo si allungono ancora con il rischio di prescrizione del reato.

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