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Cronaca Gorgo al Monticano

Tragedia di Gorgo, Mikele Tatani può stare a processo

Non è stato necessario procedere all'incidente probatorio sulla capacità del 19enne, che il 4 marzo finì a forte velocità contro un albero provocando la morte di Barbara Brotto, di Rustighè di Oderzo, che aveva appena 17 anni, e dell'amica Eralda Spahillari, 19 anni, di Ponte Di Piave. Il giovane è uscito dallo stato di semi incoscienza e può validamente essere presente al probabile procedimento

Mikele Tatani, uno dei due indagati - l'altro è l'amico e connazionale albanese Gezim Qerosi - per i fatti tragici della notte del 4 marzo scorso, quando la Bmw 420 del 19enne si schiantò contro un albero a Gorgo al Monticano causando la morte delle due amiche Barbara Brotto, di Rustighè di Oderzo, appena 17 anni, ed Eralda Spahillari, 19 anni, di Ponte Di Piave e aver causato il ferimento di Daniel Castelli, 18 anni, di Motta di Livenza, è in grado di stare a processo. Nei suoi confronti quindi non è stato necessario effettuare l'incidente probatorio, che infatti il gip non ha neppure disposto. Tatani è infatti pienamente cosciente malgrado il lungo ricovero in ospedale in cui, nei primi giorni, aveva lottato tra la vita e la morte in stato di incoscienza. Ma oggi il ragazzo sta meglio e può partecipare validamente al probabile processo, in cui sarebbe imputato di omicidio stradale.

Intanto c'è attesa per l'esito degli altri accertamenti irripetibili disposti dal giudice per le indagini preliminari Carlo Colombo, ovvero quelli sui telefoni dei due guidatori e soprattutto quello sulla dinamica dell'incidente. Secondo quanto riferito da un testimone oculare, che quella notte era alla guida di una vettura che precedeva le due macchine coinvolte nell'incidente, Qerosi, al volante di una Polo, avrebbe tentato di sorpassarlo quando la Bmw sarebbe stata in realtà già sulla sinistra ed è a quel punto che sarebbe avvenuto il contatto che, presumibilmente, fatto finire fuori strada il veicolo con a bordo la due vittime. L'impatto, che ha lasciato delle tracce evidenti sulla carrozzeria della Polo, producendo anche il distacco dello specchietto retrovisore sinistro dalla macchina guidata dal 19enne, sarebbe quindi avvenuto quando Tatani era già in fase di sorpasso a una velocità di circa 140 chilometri all'ora, almeno 90 chilometri oltre il limite, che in quella strada è fissato a 50. Qerosi, al quale potrebbe venire contestata anche l'omissione di soccorso, si sarebbe fermato un centinaio di metri dopo: sarebbe tornato indietro e poi sarebbe di fatto "fuggito" dalla scena della tragedia.

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