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Cronaca

Sentenza di patteggiamento di Samuel Seno, il presidente del Tribunale diffida il Tg5

Errore clamoroso dell'ammiraglia dell'informazione targata Mediaset che ieri 11 settembre ha dato conto della notizia relativa all'applicazione pena con cui si è chiuso il caso del poliziotto che l'8 maggio del 2022 travolse e uccise Davide Pavan. Nel servizio si era detto che il dispositivo conteneva la richiesta alla famiglia della vittima di pagare le spese per la bonifica della strada interessata dall'incidente. Antonello Fabbro: «Informazioni false e comunque distorte e ingannevoli»

Se "anche i ricchi piangono" di certo persino i "big" dell'informazione radiotelevisiva a volte sbagliano. A prendere il clamoroso "granchio" sarebbe stata l'ammiraglia dell'informazione targata Mediaset, il Tg 5, che nelle edizioni delle 20 di ieri sera 11 settembre e in quello delle 8 di stamattina ha diffuso una notizia assolutamente priva di fondamento e che ha mandato su tutte le furie il presidente del Tribunale di Treviso Antonello Fabbro.

Nel servizio, che Fabbro stigmatizza come pieno di «informazioni false e comunque distorte e ingannevoli» veniva dato contro della sentenza di patteggiamento che condanna a 3 anni e 6 mesi Samuel Seno, il poliziotto di Treviso che l'8 maggio travolse e uccise il 17enne Davide Pavan. E fin qui tutto liscio. Il fatto è che il giornalista avrebbe poi aggiunto, in modo «capzioso e sostanzialmente falso», aggiunge il presidente del Tribunale, che il dispositivo pone a carico della famiglia della vittima gli oneri connessi alla bonifica dell'area interessata dall'incidente.

«L’8 Maggio del 2022 - veniva infatti detto nel pezzo andato in onda - Davide stava tornando a casa, in sella al suo scooter, quando fu travolto da un’auto. Alla guida un poliziotto ubriaco, con un tasso alcolemico il doppio del consentito, che pochi giorni fa è stato condannato a 3 anni e 6 mesi. Oltre al dolore, la beffa: la richiesta alla famiglia di 183 euro per lavare via il sangue del figlio e rimuovere i rottami della moto. Il tutto con un gelido linguaggio burocratico: bonifica dell’area con smaltimento dei rifiuti ed assorbente per sversamento liquidi». Un servizio che era stato presentato con un titolo che lascia peraltro poco adito a dubbi: "Per il 17enne travolto e ucciso a Treviso l’investitore è stato condannato ma la sentenza dispone che la famiglia paghi la pulizia della strada”.

Fabbro ha quindi preso carta e penna e ha inviato al direttore del Tg 5 la richiesta di rettifica della notizia «in fascia oraria e con il rilievo corrispondenti a quelli della trasmissione che ha dato origine alla lesione degli interessi del Tribunale che rappresento e di cancellarla dagli archivi online». La diffida si completa con la sentenza di patteggiamento «affinché possa constatare - scrive il presidente del Tribunale - che contiene unicamente le statuizioni riguardanti la condanna dell’imputato e la rifusione delle spese processuali sostenute dai famigliari della vittima, costituitisi parte civile e non la disposizione riguardante “la pulizia della strada” o “la bonifica dell’area”, che non poteva contenere dato che si tratta di incombenti estranei all’attività giudiziaria».

La questione della "fattura della vergogna" mandata alla famiglia Pavan aveva suscitato in vespaio di polemiche. Non soltanto indirizzate al Comune di Treviso, che qualcuno aveva erroneamente ritenuto essere il responsabile di quel "conto" spedito ai genitori della vittima, ma anche all'amministrazione comunale di Paese, che è però totalmente estranea ai fatti.

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